RIVAL Y HERMANA - Repertorio La Cancion de Eva
Nome: Calochortus tiburonensis
L'essenza allude anche alla donna indipendente e libera che è capace di vedere chiaramente la realtà dietro gli intrecci. La sua intuizione è la sua guida e ha una totale certezza del momento nel quale deve finire con una relazione e deve lasciare dietro il passato e lo fa senza vacillare e senza sentimentalismo. Dà un gran valore al rispetto reciproco nelle relazioni e quando questo viene ignorato normalmente esplode con violenza. Le sue principali qualità sono: stare nel suo centro e possedere un'individualità forte.
Per lavorare sull'ira.
Colore del fiore : giallo verdognolo
Metallo: ferro
Corpo fisico : vescica biliare, sangue, patologie infiammatorie, febbri, emorragie, cefalee, muscoli, apparato locomotore, rene sinistro, problemi urinari.
Miti e leggende relative ad Artemide
Artemide è figlia di Zeus e Leto, nonché sorella gemella di Apollo. Leto, a causa di una maledizione lanciatale dalla moglie di Zeus, Era, per poter mettere al mondo i due bambini era costretta a trovare un luogo che non avesse mai visto la luce del sole: per questo motivo Zeus fece emergere dal mare un'isola fino ad allora sommersa che, di conseguenza, il sole non aveva ancora toccato. Si trattava dell'isola di Delo e Leto vi partorì aggrappata ad una palma sacra. Artemide nacque per prima, dopo soli sei mesi di gestazione ed aiutò quindi la madre a dare alla luce Apollo che nacque invece il settimo mese.
L'infanzia di Artemide non è raccontata da alcun mito giunto fino a noi, ma un poema di Callimaco – " la dea che si diverte usando l'arco sulle montagne " – ne immagina un suggestivo aneddoto. Giunta all'età di tre anni Artemide, sedendo sulle ginocchia del re degli dei, chiese al padre Zeus di far avverare alcuni suoi desideri : per prima cosa chiese di restare per sempre vergine, poi di non dover mai sposarsi e di avere sempre a disposizione cani da caccia con le orecchie basse, cervi che tirassero il suo carro e ninfe come compagne di caccia (" sessanta fanciulle danzanti, figlie di Oceano, tutte di nove anni, tutte piccole ninfe di mare"). Il padre la assecondò e realizzò i suoi desideri. Tutte le sue compagne rimasero così vergini ed Artemide vigilò strettamente sulla loro castità.
Aneddoti su Artemide e gli uomini
Atteone Un giorno Artemide stava facendo il bagno nuda in una valle sul monte Citerone quando arrivò il principe tebano Atteone, che stava andando a caccia. Si fermò a guardarla, affascinato dalla sua incantevole bellezza, e ne fu talmente incantato che, senza accorgersene, calpestò un ramo e per il rumore Artemide si accorse di lui. Restò così disgustata dal suo sguardo fisso che decise di lanciargli addosso dell'acqua magica e trasformarlo in un cervo: in questo modo i suoi cani, scambiandolo per una preda, lo uccisero sbranandolo. Una versione alternativa della storia narra che Atteone si fosse vantato di essere un cacciatore migliore di lei e che quindi la dea lo trasformò in cervo, facendolo divorare per vendetta.
Adone - Secondo alcune versioni della leggenda di Adone, Artemide mandò un cinghiale selvaggio ad uccidere il giovane per punirlo per essersi vantato di essere un cacciatore migliore della dea. Secondo altre, invece, Adone era uno degli amanti di Afroodite, così Artemide lo uccise per rendere la pariglia ad Afrodite per la morte di Ippolito, uno dei suoi favoriti.
Orione era un compagno di caccia di Artemide. Le versioni della leggenda sono diverse: secondo alcune fu ucciso dalla dea, secondo altre da uno scorpione inviato da Gea. Alcune storie riportano che Orione tentò di stuprare una delle ninfe di Artemide che lo uccise per punirlo, altre che tentò di stuprare la dea stessa che lo uccise per difendersi. Secondo Igino Astronomo (che a sua volta cita il poeta Istro) Artemide era innamorata di Orione e voleva sposarlo, ma lo uccise perché ingannata dal fratello Apollo che intendeva difendere la verginità della sorella.
(tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Artemide)