Gestione ansia e stress
Il termine ansia deriva dal Latino angĕre, che significa stringere, parola che dà una idea delle manifestazioni corporee provocate da una attivazione del sistema nervoso autonomo (non controllato dalla volontà): tachicardia, tensione muscolare, nausea, disturbi gastrointestinali, tremori, palpitazioni, sudorazione, secchezza delle fauci, sensazione di soffocamento e di costrizione toracica, annebbiamento visivo, disturbi urinari, sintomi che scompaiono quando la crisi passa. Le emozioni che si manifestano nell’ansia sono: senso di paura e di pericolo imminente; paura di morire o di perdere il controllo, preoccupazioni eccessive; evitamento; incapacità di rilassarsi; apprensione; ipervigilanza; inquietudine, difficoltà di concentrarsi, ecc..
Quando l'ansia diventa una difesa a qualche cosa di vago, di non riconoscibile, una paura ad un pericolo imminente non ben definito, una inquietudine senza motivi apparenti, una risposta abnorme o immotivata a situazioni che sono percepite o immaginate come pericolose dalla persona, diventa un problema. L'intensità dell'ansia cambia rispetto all'importanza che diamo all'evento, quindi varia da persona a persona e può essere semplicemente un' inquietudine, oppure diventare una angoscia. Quando l'ansia è cronica e questo porta un forte impatto sulla vita e può trasformarsi in una vera e propria patologia: Disturbo d'ansia generalizzata (DAG), Disturbo di panico (DP), Fobia sociale, Fobie specifiche, Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e il Disturbo post traumatico da stress (DPTS).
Ci sono tecniche e strumenti che sono stati verificati come utili per combattere l'ansia, come le tecniche di rilassamento, l'esercizio fisico che riduce l’ansia e previene la depressione. (Bastano 20 minuti studio Smith, 2013). Pensare in modo diverso alle varie situazioni. (studio Llewellyn et al., 2013). Usare la meditazione (Zeidan et al. (2013) rileva come bastino 4 sedute da 20 minuti per ridurre l’ansia fino al 40%.)
Quando c'è un cambiamento nell'ambiente circostante, l'organismo deve modificarsi al fine di adattarsi al meglio. La capacità adattativa dipende da vari fattori quali l'età; la prevedibilità e la conoscenza di un grave evento che sta per accadere (e quindi la capacità di instaurare una strategia in tempo); l'essere esposti ad eventi improvvisi e catastrofici; caratteristiche temperamentali e di personalità; risonanza soggettiva dell'evento.
La risposta ad uno stress è divisa in tre fasi: quella di allarme (si entra in uno stato di allerta, detto arousal che attiva i processi psicofisiologici tipici dell'ansia). La fase di resistenza in cui l'organismo con sforzo intenso cerca di adattarsi normalizzando gli indici fisiologici. E se questa seconda fase non riesce si entra nella fase dell'esaurimento dove non riusciamo più a difenderci e ad adattarci. In questa fase può insorgere la patologia.
In caso di stress cronico l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene aumenta la secrezione di cortisolo (l'ormone dello stress) che provoca disturbi.
Sono più a rischio le persone che hanno sempre ritmi frenetici, che non si concedono spazi per riposo o per la vita personale, quando sono costrette dalle circostanze ad adattarsi a situazioni non volute o capitate improvvisamente.
Come l'ansia è fisiologica fino a quando non diventa cronica. Una risposta maladattativa a un evento stressante può determinare l'insorgenza di un quadro patologico (quando c'è una significativa compromissione nel funzionamento sociale e lavorativo della persona).
Si definisce eustress (o eucrasia) una forma di stress positivo che prepara ad un evento al meglio, stimolando rispetto all' ambiente in maniera costruttiva ed interessante (per es. la preparazione ed il superamento di un esame universitario).