AMANTE CREATIVA - Repertorio La Cancion de Eva
Nome: Calochortus Kennedy
Amante creativa - Archetipo di Afrodite
È la donna che gode la vita, autonoma, indipendente e molto creativa. Normalmente si getta in relazioni tormentate e duali. Non gli interessa molto il matrimonio ma l'essere amata. Seduttrice ed attraente, fa degli uomini le sue vittime, non a livello intenzionale bensì per un puro effetto del suo modo di essere narcisista che rincorre la conquista, che anela sempre a quello che non ha. Ha molta buona empatia con i bambini e vive il presente. Normalmente ha tendenze bipolari e molte volte cade nella promiscuità. Sebbene le piaccia il sesso può soffrire di disfunzioni che non gli permettono di viverlo appieno.È anche la donna che sente che ha smesso di essere lei stessa. Quando vede un uomo arrossisce, le manca il respiro, le tremano le mani e non sa che dire. Ma questo risulta essere un motivo di attrazione per gli uomini che rimangono catturati da questa seduzione rovesciata.
Per lavorare con la lussuria.
Colore del fiore: rosso arancione con una macchia marrone nella base interna
Metallo : rame
Corpo fisico: rene, pelle, genitali, patologie infettive, vene, apparato urogenitale, lassità delle fibre, tumori cavernosi, malattie veneree, processi renali, naso, polmone destro
Miti e Leggende relative ad Afrodite
Afrodite, nella mitologia greca, è la dea dell'amore, della bellezza, della sessualità e della lussuria, il suo equivalente nella mitologia romana è Venere. Mirto, colomba, passero e cigno erano a lei sacri.
Afrodite nacque dalla spuma del mare davanti alla spiaggia di Paphos (Cipro), dopo che Crono aveva tagliato i testicoli di Urano e li aveva gettati in mare. La Teogonia di Esiodo descrive che i genitali "vennero trascinati dal mare per un lungo periodo, e spuma bianca sorse dalla carne immortale; dentro ad essa crebbe una ragazza" che divenne Afrodite. Quindi Afrodite è di una generazione più vecchia rispetto a quella di Zeus.
Afrodite, in molti dei miti che la riguardano, viene caratterizzata come vanitosa, stizzosa e permalosa. Anche se è una delle poche divinità del Pantheon greco ad essere sposata, è spesso infedele con il marito. Efesto, naturalmente, è una delle più placide tra le divinità elleniche; Afrodite sembra preferire Ares, il volatile dio della guerra. Nell'Iliade va in battaglia per salvare suo figlio Enea, ma abbandona Ares (in effetti lo lascia cadere mentre vola in aria) quando lei stessa viene colpita. Ed è lei ad essere la causa originale della Guerra di Troia: non solo dà il via alla situazione offrendo Elena a Paride, ma il rapimento venne compiuto quando Paride, vedendo Elena per la prima volta, venne infiammato dal desiderio di averla—che rientra nel dominio di Afrodite. Il suo dominio può riguardare l'amore, ma non riguarda l'amore romantico, piuttosto tende verso la lussuria, l'irrazionale voglia umana.
A causa della sua immensa bellezza, Zeus temeva che Afrodite sarebbe stata la causa di violenza tra gli altri dei. Egli la diede in sposa a Efesto, il triste, the dour, privo di senso dell'umorismo, dio del fuoco. Esiste un'altra versione della storia. Poiché Era, madre di Efesto, lo cacciò dall'Olimpo perché troppo brutto, egli si vendicò intrappolandola in un trono magico, e richiese la mano di Afrodite in cambio del rilascio di Era. Efesto era colmo di gioia per l'essere maritato con la dea della bellezza e forgiò i suoi bellissimi gioielli, compreso il cinto, che la rendeva ancor più irresistibile per gli uomini. L'infelicità per il matrimonio spinse Afrodite a cercare la compagnia di altri, più frequentemente Ares, ma anche Adone, Anchise e altri. Una volta Efesto colse furbescamente Ares e Afrodite a letto e li bloccò con delle catene finemente lavorate, quindi riunì tutti gli altri dei dell'Olimpo per dileggiare la coppia (comunque, le "dee restarono a casa, tutte per la vergogna.") Efesto non li liberò fin quando Poseidone non gli promise che Ares avrebbe pagato delle riparazioni, ma i due scapparono non appena le catene vennero sollevate e la loro promessa non venne mantenuta.
Afrodite era l'amante di Adone ed ebbe una parte nella sua nascita. Ella spinse Mirra a commettere incesto col padre Teia, Re di Assiria. Un'altra versione narra che il padre di Mirra fosse Cinira di Cipro. Quando Teia scoprì la cosa, si adirò e inseguì la figlia con un coltello. Gli dei la trasformarono in un albero di mirra e Adone nacque da questo albero. Secondo altre versioni, fu Afrodite a trasformarla in albero e Adone nacque quando Teia colpì l'albero con una freccia o quando un cinghiale usò le sue zanne per strapparne la corteccia. Una volta nato Adone, Afrodite lo prese sotto la sua ala, seducendolo con l'aiuto di Elena, sua amica, e rimanendo ammaliata dalla sua bellezza ultraterrena. Afrodite lo diede a Persefone perché lo vigilasse, ma anche Persefone fu meravigliata dalla sua bellezza e si rifiutò di restituirlo. La discussione tra le due dee venne appianata da Zeus o da Calliope, con Adone che avrebbe passato quattro mesi l'anno con Afrodite, quattro con Persefone e quattro per conto suo. Adone alla fine venne ucciso dal geloso Ares. Afrodite fu avvertita di questa gelosia e le venne detto che Adone sarebbe stato ucciso da un cinghiale in cui si sarebbe trasformato Ares. Afrodite cercò di persuadere Adone a restare con lei tutto il tempo, ma il suo amore per la caccia fu la sua disgrazia. Mentre Adone cacciava, Ares lo trovò e lo colpì a morte. Afrodite arrivò appena in tempo per udire il suo ultimo respiro. Si narra anche che Afrodite diede una figlia ad Adone
(tratto da http://it.wikipedia.org)