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Antonella Napoli
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Tecnica complementare con i fiori di Bach nei vari tipi di dolore . (Antonella Napoli)

macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti



Articolo tratto da: Abstract Book del 41° congresso dell'Associazione Italiana per lo studio del dolore Pagina 80/82

Edward Bach (1886-1936) è stato un medico britannico. Ha iniziato la sua carriera come medico di pronto soccorso,  successivamente responsabile di un reparto di chirurgia d’urgenza, batteriologo ed immunologo, per poi diventare omeopata e infine dedicarsi esclusivamente al nuovo metodo di cura scoperto.
 
Negli ultimi 8 anni della sua vita definisce e divulga ciò che noi ora conosciamo come “Il repertorio dei Fiori di Bach” (BFR). Si tratta di 38 soluzioni idroalcoliche per la maggior parte provenienti da fiori di piante selvatiche. Il processo di lavorazione per ottenere le essenze fa in modo che queste soluzioni idroalcoliche non posseggano molecole biologicamente attive. Ma il fatto che gli strumenti di laboratorio che ad oggi possediamo non riescano a chiarirne il funzionamento, non vuol dire che non si ottenga un risultato positivo sull’essere vivente (6) (8) (9), sicuramente con una modalità di azione diversa dal farmaco (4).
L’assenza di molecole attive ha due grossi vantaggi: è possibile somministrare questi prodotti a persone di qualunque età e in ogni stato fisico (anche neonati, anziani, malati e donne in gravidanza) senza interferenza con nessun altro tipo di terapia in atto, dagli psicofarmaci agli antidolorifici, ecc. Inoltre non si hanno effetti collaterali o controindicazioni (1).

Il BFR é solamente un repertorio tra le decine che esistono nel mondo e che utilizzano la stessa metodologia, ma piante diverse. Esistono Paesi in vari parti del mondo, tra cui l’Australia,(2) dove la floriterapia è utilizzata negli ospedali anche come coadiuvante per il dolore. La difficoltà nella scelta, nell’applicazione e nella sperimentazione della floriterapia dipende dal fatto che non è importante principalmente il sintomo, l’organo malato, ma la valutazione della persona: lo sguardo si posa sull’individuo nella sua totalità.  E questo vale anche per il dolore.
  
Si sottolinea che si tratta di una tecnica complementare e non esclusiva o alternativa al farmaco, che utilizzata al meglio, può incidere a livello economico favorendo una riduzione dei costi e dei farmaci utilizzati, nel contempo aumentando il benessere della persona nella sua globalità.
 
Per un trattamento rispetto alle problematiche dolorose, dobbiamo pensare di dividere la scelta delle essenze in tre livelli. Si parte da un livello in cui osserviamo la persona, il suo temperamento, le sue reazioni, valutiamo poi la modalità in cui si manifesta il dolore emerso, ed infine  ci soffermiamo solo sul dolore, ne analizziamo la misura, ovvero l’espressione del sintomo, eventualmente utilizzando le essenze anche per applicazioni locali avvalendoci di creme neutre come vettori.
 
Immaginiamo questi tre livelli come se componessero un triangolo (Fig. 1) e partiamo dalla base. La domanda che ci dobbiamo porre è: Come reagisce la persona al dolore stesso o all’idea che potrebbe avere dolore?
 
“Tutti sappiamo che il dolore, per esempio, ha un effetto diverso su persone diverse: alcune sono spaventate, altre depresse, altre presentando carattere irascibile, qualcuna vuole essere lasciata sola, qualcun'altra desidera essere coccolata, altre ancora sono allegre e di buonumore nonostante la sofferenza; ed è questo stato d’animo che ci indica il rimedio di cui hanno bisogno per una autentica guarigione, non il semplice fatto che stanno soffrendo. Se curiamo lo stato d’animo  e non la malattia, stiamo curando davvero la persona, dando al paziente ciò che è realmente necessario per ripristinare la salute”. (Edward Bach; I dodici guaritori e altri rimedi 1936) (1)
 
In questo primo livello la scelta del rimedio dipenderà dall’essenza floreale che rispecchia lo stato d’animo della persona .  Per esempio, riprendendo le parole di Bach, se la persona è: spaventata gli daremo Mimulus o Rock Rose; se depressa Gentian; se presenta carattere irascibile Impatiens, o Vervain, o  Vine; se vuole essere lasciata sola Water Violet o Mimulus; se desidera essere coccolata Heather o Chicory se è allegra e di buonumore nonostante la sofferenza, Agrimony, ecc.
Non stiamo prendendo in considerazione il dolore, ma solamente la reazione della persona.               
Se l’essenza scelta è quella corretta la persona sarà capace di gestire situazioni di ansia, paura, stanchezza, dolore, potenziando le proprie risorse. Questa fase è molto utile in una situazione preventiva in cui il dolore ancora non è attivato, ma probabile (per esempio nel post operatorio), perché stiamo andando a lavorare sugli stati d’animo: le paure, le ansie, la rabbia, la tristezza, ecc. Riuscire a tranquillizzare la persona fa in modo che il dolore possa essere contenuto e a volte anche evitato e allo stesso tempo fa sviluppare alla persona le risorse interiori per affrontare la situazione di dolore e gestirla.
Nei casi in cui il dolore è emerso, dobbiamo aggiungere altre essenze floreali. Passiamo alle parte centrale del triangolo dove il nostro punto di osservazione sarà il dolore, ma ancora una volta nella sua espressione soggettiva (3) (7). In questo livello dobbiamo chiedere alla persona di descrivere il tipo di dolore che prova. Per esempio:

  • Al Contatto: dolorosa ipersensibilità al tatto. (Water Violet, Agrimony, Chicory).
  • Bruciante: appare come bruciore, sensazione di fuoco. (Holly, Willow)
  • Continuo: permanente e prolungato. (Gorse, Wild Rose).
  • Crampiforme: in cui si ha la sensazione di una contrazione muscolare spasmodica. (Vervain, Impatiens)
  • Come un taglio: la sensazione che è quella di uno strumento tagliente che lacera e divide la parte dolorosa in due. (Star Of Bethlehem, Scleranthus)
  • Discontinuo nella localizzazione: si trova in diverse aree del corpo per periodi di tempo molto variabili. (Heather, Gentian, Scleranthus).
  • Infilzante: penetrante come se un chiodo fosse stato martellato dentro. (Vine, Pine).
  • Insensibile: che provoca una sorta di desensibilizzazione della parte colpita. (Wild Rose, Clematis).
  • Lacerante: come se un "artiglio" dilaniasse o distruggesse il corpo. Come se lo squarciasse. (Sweet Chestnut)
                 
Infine arriviamo al livello rappresentato dalla punta del triangolo, che e più vicino alla modalità allopatica di analizzare un sintomo. Parliamo dell’osservazione del dolore Transpersonale  (“oltre ciò che è personale”) di Orozco(5) : la misurazione del dolore percepito e la sua modalità di espressione:
 
  • Dolori con intensità esagerata, insopportabili  (Elm + Impatiens + Cherry Plum)
  • Tutti i tipi di dolori forti, anche con origine infiammatoria (Impatiens)
  • Contratture, torcicollo, lombalgie e dolori caratterizzati da rigidità (Rock Water)
  • Infiammazioni e dolori che si irradiano (Vervain) anche causati da sovraccarico (+ Oak)
  • Dolore moderato, ma costante (Impatiens; Agrimony; White Chestnut)
  • Tormento per esempio prurito o un dolore emorroidale (Agrimony)
  • Dolore cronicizzato (Willow)
  • Conseguenza di un trauma (Star of Bethlehem)
  • Intolleranza, irritazione e rifiuto al contatto (Beech)
                 
Ecco che proprio su quest’ultima parte Transpersonale possiamo trovare evidenze scientifiche positive per l’applicazione dei Fiori di Bach: si analizza il dolore come sintomo e non la persona che ne è affetta. Vediamo degli esempi.
 
Nello studio doppio cieco con placebo sulla Sindrome del tunnel carpale (8) è utilizzata una crema con Elm (per il dolore) Star of Bethlehem (Recupero dopo il trauma) Vervain (infiammazione) Clematis (intorpidimento e formicolio) Horneabem (recupero della forza). Nelle conclusioni dello studio vediamo che anche se alcuni sintomi rimangono, esistono differenze significative di grandi dimensioni (j> 0,5) per il dolore, per l’intorpidimento acuto, per la mancanza di forza nella mano, nell’avambraccio, o nella parte superiore del braccio e per la debolezza della mano e delle dita.
 
Un altro studio preclinico randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo è stato realizzato su ratti a cui è stato indotto un edema in una zampa. Si è determinata Infiammazione acuta edema plantare nei ratti, (9) per la quale è stata valutata anche l'azione antinfiammatoria di Beech, Vervain e Rescue Remedy I ratti sono stati divisi casualmente in 5 gruppi, utilizzando una crema di vaselina solida come vettore per i Fiori di Bach. Gruppo 1: Beech. Gruppo 2: Rescue Remedy. Gruppo 3: controllo negativo (placebo). Gruppo 4: Vervain. Gruppo 5: controllo positivo (Difenidramina).  Si è visto che l’applicazione con Beech impedisce l'aumento di volume della zampa del ratto immediatamente, il che potrebbe essere correlato all'inibizione del rilascio dei mediatori iniziali dell'infiammazione come l'istamina e la serotonina. Vervain ha avuto la sua massima attività a 3 ore, suggerendo che il suo effetto potrebbe essere correlato a fasi più avanzate di infiammazione, quando le prime migrazioni cellulari hanno cominciato a verificarsi a causa del precedente rilascio di ammine vasoattive. Nella pratica clinica è stata suggerita l'utilità di Vervain in processi patologici come sciatalgia acuta, otite, nevralgia, acne, distorsioni, ecc. Il Rescue Remedy è invece risultato pari al placebo. Il risultato più rilevante dello studio è la differenziazione degli effetti del BFR e del placebo, in un modello di sperimentazione animale dove l'effetto placebo è ridotto al minimo.
 
Conclusione: I Fiori di Bach possono essere molto utili per la gestione e la prevenzione del dolore, ma esiste una complessità nella sperimentazione generalizzata. Questo perché risulta efficace solamente l’essenza floreale corretta per il sintomo che abbia un requisito simile in tutte le persone che ne sono affette. Inoltre la sfera d’azione è molto limitata se non si prendono in considerazione gli stati emotivi e il temperamento del paziente. Utilizzando invece il BFR solo in forma Transpersonale, possiamo avere delle evidenze positive, ma in questo modo ci limitiamo a trattare solo il dolore già in essere, mentre non possiamo intervenire nella prevenzione dove è fondamentale capire il modo di reagire e lo stato d’animo della persona. Inoltre, come possiamo vedere da Fig. 1, stiamo agendo solo su una piccola parte del lavoro potenziale che sarebbe possibile ottenere con il BFR, per il cui utilizzo ottimale, si ribadisce che dovremmo analizzare non solo il sintomo, ma anche l’individuo nella sua complessità.
Questo è il motivo per il quale le evidenze scientifiche, anche se esistono, hanno applicazione limitata non potendo determinare “ricette preconfezionate” o protocolli con cui lavorare quando il sintomo non è localizzato e con caratteristiche molto simili nelle singole persone.
 
 
BIBLIOGRAFIA
  1. Bach E.  Le opere complete. Cap. 4 61-78 Macro edizioni 2004
  2. Balinski AA. Use of Western Australian flower essences in the management of pain and stress in the hospital setting. Complement Ther in Nursing & Midwifery 1998;4(4):111–7. Disponibile all’indirizzo: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9830938
  3. Grecco E. H. Fiori per il dolore e la sofferenza; 2016; disponibile all’indirizzo  http://www.fioriperlanima.com/dolore-e-sofferenza-.html
  4. Montagnier L, A ̈ıssa J, Ferris S, Montagnier JL, Lavalle ́e C. Electro- magnetic signals are produced by aqueous nanostructures derived from bacterial DNA sequences. Interdiscip Sci. 2009;1:81-90
  5. Orozco Fiori di Bach. Principio Transpersonale e Applicazioni Locali Territori Psicologici. Edizioni Centro benessere psicofisico 2017
  6. Pérez Calleja, N., Sotolongo Díaz, D., Alejo Batista, Y., Martín Pérez, A., Matos Rosario, A., & Pollo Inda, J. D. (2010). Utilidad de la terapia floral de Bach en las piodermitis no complicadas. Mediciego, 16(supl. 1). Disponibile all’indirizzo: http://bvs.sld.cu/revistas/mciego/vol16_supl1_10/articulos/t-12.html
  7. Pérez R. E.  Taller Abordaje integral del dolor 2013 Disponibile all’indirizzo https://www.scribd.com/document/365770513/Abordaje-Integral-Del-Dolor,
  8. Rivas - Suárez SR, Águila - Vázquez J, Suárez - Rodríguez B, Vázquez - León  L, Casanova - Giral M, Morales - Morales R, et al. Exploring the Effectiveness of External Use of Bach Flower Remedies on Carpal Tunnel Syndrome. J Evid Based Complementary Altern Med [Internet]. 2017 Jan [cited 2017 Mar 29];22 (1):18 – 24. Disponibile all’indirizzo  : http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26456628
  9. Rivas Suárez, S., Valido Díaz, A., & Blanco Machado, F. (2013). Estudio preclínico del efecto de las esencias florales de Bach en la inflamación aguda. Revista Cubana de Investigaciones Biomédicas, 32(1), 65-73. Disponibile all’indirizzo:  http://bvs.sld.cu/revistas/ibi/vol32_1_13/ibi07113.htm
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La floriterapia non è una terapia medica, non costituisce diagnosi e cura medica e non la sostituisce in alcun modo. Le essenze floreali non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull'organismo, ma agiscono solo sugli stati d'animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive. Tutti gli esperimenti di autocura, interruzione o di riduzione arbitraria del dosaggio di farmaci prescritti, condotti al di fuori del controllo medico, ricadono esclusivamente sotto la responsabilità di chi li effettua.
Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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