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Antonella Napoli
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L'alimentazione nella Sclerosi Multipla

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L'alimentazione, in generale, è un fattore importantissimo per mantenere un buono stato di salute e prevenire molte patologie. Diventa maggiormente importante occuparsi della propria alimentazione se si è affetti da qualche tipo di patologia, in questo caso la sclerosi multipla. Studi sull'alimentazione hanno sottolineato come nella società del benessere il sovrappeso sia un problema grosso dovuto ad una minore attività fisica ed una maggiore assunzione di proteine animali e bevande dolci (il consumo di carni a persona dagli anni '60 agli anni '90 è quadruplicato). Praticamente noi ci sovralimentiamo rispetto alle nostre esigenze, e lo facciamo in maniera scorretta.


Sebbene i Paesi ricchi in genere abbiano tassi più elevati di sclerosi multipla e i Paesi meno ricchi abbiano minori tassi di incidenza, esiste un'eccezione: il Giappone. Anche se i Giapponesi vivono in un Paese moderno, industrializzato, con tutto lo stress, l'inquinamento, e le abitudini al fumo comuni alle altre Nazioni industrializzate, la loro dieta a base di riso è più simile a quella dei Paesi poveri dove la sclerosi multipla è meno comune.

Naturalmente, tutti i componenti di una dieta a base di cibi ricchi possono causare problemi, ma i grassi animali - specialmente quelli derivanti dai latticini - sono quelli più strettamente correlati allo sviluppo della sclerosi multipla. L'analisi dei tessuti cerebrali dimostra che i soggetti affetti da sclerosi multipla hanno un contenuto di grassi saturi nell'encefalo superiore a quello degli individui sani.
Ci sono due interpretazioni possibili sul perché la Sclerosi Multipla colpisce una certa persona piuttosto che un'altra: motivi genetici e motivi ambientali.

Quando entrambi i genitori sono ammalati di sclerosi multipla, almeno il 6% dei figli si ammala a sua volta. Gemelli identici sviluppano la Sclerosi Multipla nel 20-30% dei casi, quindi la malattia sembra avere a che fare con il patrimonio genetico. È interessante notare però che nelle zone dove è alta l'incidenza di Sclerosi Multipla, i gemelli sviluppano la malattia anche nel 50-60% dei casi, mentre nelle zone in cui l'incidenza è bassa, si arriva al solo 2% dei casi. Inoltre, nei gemelli identici che vivono separati, la probabilità di sviluppare la Sclerosi Multipla diminuisce man mano che ci si allontana dal momento in cui hanno smesso di vivere insieme. In questa ipotesi la genetica fornirebbe la predisposizione, ma devono esserci altri fattori per scatenare la malattia. La combinazione di fattori genetici e fattori ambientali spiega perché non vi sia una corrispondenza diretta fra parenti di ammalati e persone che sviluppano la malattia, e perché in zone dove è alta l'incidenza non tutti abbiano la malattia. Quindi la Sclerosi Multipla è scritta nei geni che, in una determinata condizione ambientale, possono sviluppare questa malattia (chi ha la pelle chiara ha comunque bisogno del sole per bruciarsi).

Come si è visto nella cartina sembrerebbe una malattia che colpisce i 'bianchi'. Subito però si è notato che i figli di immigrati in zone a rischio, provenienti dalle zone del mondo a bassa incidenza si ammalano nella stessa percentuale degli 'indigeni', e viceversa i figli di persone provenienti da zone ad alto rischio che si stabiliscano in zone a bassa incidenza, si ammalano meno. Ad esempio gli indiani nati a Londra si ammalavano nella stessa misura dei londinesi. Un altro esempio è quello fornito dalle Hawaii: le persone di origine europea che vi si stabilivano vedevano diminuire di un terzo la propria percentuale di ammalati, mentre i giapponesi che vi si stabilivano la vedevano aumentare di tre volte, fino a raggiungere livelli fra loro vicini. Anche in uno stesso paese la maggiore incidenza in alcune zone può essere notevole. Ad esempio in Norvegia la percentuale dei malati cresce di cinque volte nell'interno, mentre è assai bassa sulla costa. In questo caso la genetica chiaramente non c'entra niente. Un fattore ambientale potrebbe essere la dieta.

Il fatto che in un paese ad alto rischio come la Norvegia , le popolazioni di marinai della costa, che consumano molto pesce, abbiano un'incidenza molto minore della malattia degli abitanti delle fattorie dell'interno, consumatori di prodotti caseari, sembra indicare un'incidenza del regime alimentare. Come il caso del Giappone, paese con un clima come il nostro, ma dove la malattia è quasi sconosciuta, che consuma molto pesce, anche crudo, e molti semi oliginosi e alghe. La teoria dell'alimentazione spiegherebbe perché ci si ammala di più nelle zone interne della Norvegia, rispetto alle zone costiere (consumo di olio di pesce, piuttosto che di burro); spiegherebbe perché i figli degli immigrati si ammalino quanto i locali, mentre i genitori, che mantengono le abitudini del paese di origine, si ammalino meno; spiegherebbe perché i giapponesi alle Hawaii si ammalino di più (mangiano più grassi), mentre gli europei meno (ne mangiano meno rispetto al paese d'origine).

Gli antropologi hanno notato che per esempio la parte del mondo più sviluppata (che non ha problemi di fame) può essere divisa in due aree: cultura del "birra-burro" o "vino olio". L'area "birra-burro" corrisponde geograficamente alla parte con maggiore incidenza di sclerosi multipla e problemi vascolari. Nelle aree ad alta incidenza di sclerosi multipla si mangiano più di 100 grammi al giorno di grassi, nelle aree a bassa frequenza meno di 50 gr.

Uno studio effettuato in Canada a metà degli anni sessanta ha rilevato che la prevalenza di sclerosi multipla era più alta nei posti in cui c'era più ricchezza e benessere, e minore nei quartieri più poveri. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il cibo era scarso e lo stress elevato nell'Europa Occidentale occupata. La gente non poteva più permettersi la carne, così mangiava i cereali e le verdure che un tempo utilizzavano per nutrire le vacche, i polli ed i maiali. Il risultato fu una drammatica diminuzione dell'assunzione di prodotti di origine animale e di grassi totali nella dieta. I medici osservarono che i ricoveri per sclerosi multipla erano diminuiti di 2-2.5 volte durante il periodo bellico.

Roy Swank, M.D., ex-direttore del Dipartimento di Neurologia dell'Università dell'Oregon ed ora medico all'Oregon Health Sciences University, osservò che i pazienti con sclerosi multipla erano migliorati quando sottoposti a questa dieta forzatamente povera di grassi. Negli anni '50, Swank ha iniziato a trattare i propri pazienti con una dieta di questo tipo. Avendo ottenuto risultati eccellenti, ha trattato per 37 anni migliaia di pazienti affetti da sclerosi multipla in questo modo. I suoi risultati sono apprezzabili alla luce di criteri medici standard: le condizioni dei pazienti sono migliorate nel 95% dei casi.
I pazienti andavano meglio se la malattia era stata diagnosticata precocemente ed avevano avuto poche poussées, ma anche i pazienti malati di sclerosi multipla da lungo tempo hanno mostrato un rallentamento nella progressione della malattia.

Quanto prima un malato di sclerosi multipla adotta una dieta con pochi grassi, tanto maggiore è la probabilità di evitare peggioramenti clinici dovuti alla malattia.
I pazienti che hanno limitato l'assunzione di grassi saturi a meno di 20 gr. al giorno non hanno più mostrato la progressione clinica tipica della malattia (la maggior parte degli americani mangia 125 grammi o più di grassi al giorno).

La differenza di 8 grammi nell'apporto giornaliero di grassi può essere apparentemente trascurabile, ad esempio:
30 grammi di salsiccia di maiale (10 gr)
1 hamburger a medio contenuto di grassi (14 gr)
90 grammi di costata di manzo (14 gr)
30 grammi di formaggio cheddar (9 gr)
2 cucchiaini da the di burro (8gr)
1 tazza di latte intero (8 gr)

La dieta inoltre spiega perfettamente come avvenga la falla nella Barriera ematoencefalica. Il consumo di grassi saturi infatti può portare alla formazione di microemboli di grasso aggregato che portano a micro rotture della Barriera ematoencefalica, attraverso le quali il sangue penetra nel sistema nervoso centrale e attacca la mielina. In questo modo si spiegherebbe come una dieta ricca in grassi saturi, in persone geneticamente predisposte, possa portare allo sviluppo della Sclerosi Multipla.
Ci sono comunque altri fattori che possono portare ad una maggiore permeabilità della Barriera ematoencefalica. Fra questi vi sono infezioni virali, traumi, tossine, calore, trombosi, ultrasuoni e ipertensione locale. Per ognuno di essi vi sono alcune indicazioni, ma la relazione fra essi e le crisi è troppo debole e sembra indicare più che altro che essi possano essere dei fattori aggravanti, ma non determinanti.

Da una ricerca dell'istituto dermatologico di Roma (Syburra C. e Passi S., " Oxidative stress in patients with multiple sclerosis." In Ukr Biokhim Zh 1999 May-Jun;71(3):112-5): " In conclusione, il sangue dei pazienti con sclerosi multipla mostra segni di un notevole stress ossidativo. La possibilità di contrattaccare somministrando antiossidanti, con l'aggiunta di una dieta appropriata, può rappresentare una strada promettente di inibire la progressione della malattia".
Da uno studio della Division of Human Nutrition, School of Biological Sciences, University of Southampton, UK (Calder PC, "n-3 polyunsaturated fatty acids and cytokine production in health and disease.", Ann Nutr Metab 1997;41(4):203-34): "Studi fatti su animali indicano che l'olio di pesce presente nella dieta riduce la risposta alle endotossine e alla citochine pro-infiammatorie, dando una maggiore speranza di vita; questo tipo di dieta è risultato benefico in alcuni tipi di infezioni batteriche, infiammazioni croniche e malattie autoimmuni. Questi effetti benefici degli acidi grassi Omega 3 possono essere usati come terapie per le infiammazioni acute e croniche e per i disordini che riguardano una risposta immunitaria spropositata."

Ci sono varie teorie sull'alimentazione, tutte utili. L'importante è trovare un corretto modo di alimentarsi. Io ho scelto di presentare l'alimentazione secondo Swank, perchè mi sembrava un tipo di alimentazione approcciabile da tutti e che può essere estesa anche ad altri membri della famiglia, senza costringere a troppe rinunce. E' semplicemente un buon modo di mangiare che è, tra l'altro, molto utile a chi ha problemi di colesterolo. Per chi fosse interessato il libro che ne parla in maniera approfondita e da cui è tratto ciò che leggerete è: THE MULTIPLE SCLEROSIS DIET BOOK – Roy Laver Swank, Barbara Brewer Dugan – Doubleday. Attualmente non esiste una traduzione italiana. Oppure potete andare al sito www.swankmsdiet.org.

Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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