News "naturali" per la Sclerosi Multipla
SM
Indice per argomenti riguardanti la Sclerosi Multipla
ACIDO LIPOICO
ALIMENTAZIONE
ATTIVITÀ FISICA
CANNABIS
FATICA
FERRO
FUMO
GRAVIDANZA
MELATONINA
OLIO DI PESCE
PSICOLOGIA
RILASSAMENTO E MEDITAZIONE
STRESS
VITAMINA D
TUTTE LE NEWS IN ORDINE CRONOLOGICO DECRESCENTE:
Relazione tra livelli di melatonina e gravità della sclerosi multipla
(...) I ricercatori sono giunti alla conclusione che la melatonina è un fattore chiave correlato alla gravità della attività di malattia nella sclerosi multipla.
I livelli di melatonina sono più bassi durante la primavera e l’estate e più alti in autunno e in inverno quando le giornate sono più brevi. (...) E’ stato riscontrato che in autunno e in inverno, c'è una riduzione del 32% nel numero delle recidive di sclerosi multipla rispetto ai mesi primaverili ed estivi. I più alti livelli di melatonina nei mesi con giornate più brevi contribuiscono a migliorare i sintomi clinici della malattia.
I ricercatori suggeriscono che i supplementi di Melatonina potrebbero aiutare i pazienti ad alleviare la malattia; di contro, l’uso della Melatonina è associato a rischio di vari effetti collaterali tra cui la sonnolenza.
Studi futuri potrebbero valutare il trattamento con Melatonina o suoi derivati nei pazienti con sclerosi multipla.
I dati di questo studio devono essere presi con cautela; lo studio non ha, infatti, dimostrato che la Melatonina o i suoi analoghi siano efficaci nel trattamento della sclerosi multipla.
Pertanto l’uso della Melatonina per il trattamento della sclerosi multipla deve essere rinviato fino a quando una sperimentazione clinica riuscirà a dimostrare la sua efficacia. ( Tratto da Xagena2015 )
Fonte: Brigham and Women Hospital, 2015
La melatonina contribuisce alla stagionalità delle recidive di sclerosi multipla
Variazioni stagionali nell'attività di malattia sono state osservate nella sclerosi multipla (...) I ricercatori hanno riferito che i livelli di melatonina, la cui produzione è modulata dalle variazioni stagionali della lunghezza della notte, si correlano negativamente con l'attività della sclerosi multipla negli esseri umani. Il trattamento con Melatonina ha migliorato la malattia in un modello sperimentale di sclerosi multipla, e ha interferito direttamente con la differenziazione delle cellule T umane e murine. (...) la melatonina è un esempio di come stimoli ambientali possono avere un impatto sulla differenziazione delle cellule T e avere implicazioni per le malattie autoimmuni come la sclerosi multipla. (tratto da Xagena articolo completo)
Fonte: Farez MF et al, Cell 2015; 162: 1338-1352
Smettere di fumare migliora il decorso della sclerosi multipla
(...) Un articolo pubblicato da un gruppo prestigioso di ricercatori indica che smettere di fumare rallenta l’evoluzione della sclerosi multipla recidivante remittente verso la forma secondariamente progressiva.(...) li autori dello studio hanno concluso che, nei malati che smettono di fumare, la sclerosi multipla ha un andamento migliore e che questo suggerisce di raccomandare, a chi è affetto da questa malattia e fuma, di smettere il prima possibile. In particolare, sarebbe importante farlo fin dal momento della diagnosi. Ciò, aggiungono i ricercatori, oltre a rallentare l’evoluzione, riduce il rischio di comparsa di malattie associate e il peggioramento della disabilità. (...) Tratto da Fondazione Cesare Serono Articolo completo
Sclerosi multipla: gli interventi psicologici possono essere utili per migliorare i sintomi della malattia
(...) La diagnosi di sclerosi multipla ha spesso un effetto profondo sul malato, con conseguenze a livello psicologico e delle relazioni sociali. Le ragioni possono essere varie: la malattia spesso colpisce persone giovani, ha un decorso non del tutto prevedibile e può influenzare il modo in cui il malato percepisce le proprie capacità e le prospettive di vita. Egli deve, infatti, far fronte al timore che il peggioramento delle sue funzioni fisiche gli impedisca di svolgere le normali attività della vita quotidiana, interferendo con i rapporti sociali, con il lavoro e con la vita famigliare. Questi timori possono, a loro volta, favorire la comparsa di depressione o di ansia. (...) Ne è emerso che, in generale, gli interventi di tipo psicologico producono un miglioramento nella vita dei malati, riducendo i sintomi della depressione e dell’ansia. Inoltre, sembrano avere effetti positivi su alcuni dei sintomi fisici della malattia, quali l’astenia, le alterazioni del sonno e il dolore.
Questi risultati indicano che gli interventi psicologici possono avere un ampio potenziale di uso per migliorare la vita delle persone con sclerosi multipla. (..) Tratto da Fondazione Cesare Serono Articolo completo
Nutrizione e sclerosi multipla: alimenti a rischio
Fra gli alimenti che favorirebbero i processi infiammatori e, quindi, potrebbero avere un effetto peggiorativo sull’andamento delle sclerosi multipla, ci sarebbero quelli ricchi di grassi saturi e di acidi grassi “trans”. Carni bovine, ovine e suine, latte intero, burro, margarina e insaccati sono fra i cibi che contengono questi grassi, ma si possono trovare anche in spuntini e alimenti conservati. (...) Anche l’introito di grandi quantità di zucchero, bevande zuccherate e alimenti dolci ha un effetto negativo perché provoca bruschi aumenti della glicemia, che a sua volta stimola repentini incrementi della concentrazione di insulina nel sangue. I picchi di insulina hanno, fra gli altri effetti, quello dell’aumento della produzione di molecole derivate dall’acido arachidonico che promuovono l’infiammazione. Anche i cibi troppo salati possono creare problemi, in quanto si è rilevato che possono indurre modificazioni nella produzione di citochine e di linfociti T helper 17. Ambedue questi meccanismi sono caratteristici della malattie autoimmuni come la sclerosi multipla. Gli autori segnalano anche, fra le molecole a rischio, delle proteine presenti nel latte che sarebbero molto utili nell’alimentazione dei bambini, mentre non lo sarebbero negli adulti e, secondo alcune evidenze sperimentali, sarebbero potenzialmente dannose in alcune patologie come la sclerosi multipla. Sulla base di queste considerazioni, gli autori sconsigliano il consumo di latte intero alle persone affette da questa patologia. Si segnala anche che l’assunzione di qualsiasi pasto si associa ad un sovraccarico di radicali liberi, rispetto alla disponibilità di antiossidanti e questo può avere un affetto negativo sull’andamento dell’infiammazione. (...) da Fondazione Cesare Serono Articolo completo
Nutrizione e sclerosi multipla
Utilità dei programmi per la gestione dello stress nella sclerosi multipla
...Uno studio recentemente pubblicato ha messo a confronto alcuni programmi di gestione dello stress impiegati in persone affette da sclerosi multipla. Per la maggior parte si tratta di tecniche di rilassamento, basate ad esempio su esercizi di controllo della respirazione o mirate a diminuire la tensione muscolare. Inoltre è spesso utilizzata la terapia cognitivo-comportamentale: una tecnica in cui il terapeuta, di solito uno psicologo o un medico adeguatamente specializzato, aiuta il soggetto a modificare comportamenti, emozioni e pensieri negativi per meglio fronteggiare le situazioni vissute come angoscianti.
Lo studio ha confermato l’efficacia di questi programmi: si sono dimostrati in grado di diminuire la pressione negativa dello stress e migliorare la qualità di vita di chi vi sottopone. Inoltre, una migliore gestione dello stress può ridurre frequenza e gravità delle lesioni, diagnosticabili con la risonanza magnetica, che sono considerate indicative di attività della malattia.... tratto da Fondazione serono
La Cannabis peggiora le capacità cognitive nei pazienti con SM
I pazienti con sclerosi multipla che fumano Cannabis presentano una maggiore compromissione cognitiva, rispetto ai non-utilizzatori. La Cannabis danneggia ulteriormente i meccanismi di compensazione cerebrali, già difettosi nella sclerosi multipla. Questi dati di imaging sono a sostegno dei risultati neuropsicologici, e rappresentano una cautela per i consumatori di Cannabis e per chi la prescrive (Pavisian B, MacIntosh BJ, Szilagyi G, et al. Effects of cannabis on cognition in patients with MS: A psychometric and MRI study. Neurology. 2014;82(21):1879-1887).Effetti positivi dell'attività fisica nella SM progressiva
Visto che nel mondo animale si è dimostrato che l'esercizio fisico è un neuroprotettivo, si è pensato che possa aumentare anche la funzione cognitiva negli esseri umani . Quindi sarebbe molto particolarmente utile per i pazienti affetti da SM con neurodegenerazione pronunciata.E' stato analizzato un gruppo di pazienti con SM progressiva e disabilità moderata (punteggio EDSS 4-6) a cui sono stati fatti fare esercizi fisici aerobici (impiego di un ergometro per le braccia, per le gambe o di un vogatore) per 8/10 settimane. Sotto analisi c'erano la capacità aerobica, la capacità di camminare, la funzione cognitiva (misurata attraverso test neurologici), la depressione e la stanchezza. Tutti i punti sono statisticamente migliorati per coloro che hanno svolto l'esercizio fisico e c'è stata una percentuale di abbandono dello studio solo del 10%, che conferma l'applicabilità del programma.
Questo studio ha indicato che l'allenamento aerobico è fattibile e vantaggioso per le persone con SM progressiva . Ulteriori studi ed approfondimenti sono da condurre per confermare l'effetto sulle funzioni cognitive .
Fonte: Effects of exercise on fitness and cognition in progressive MS: a randomized, controlled pilot trial; Multiple Sclerosis Journal, 2013 Oct 24.
Relazione tra stress e recidive nella SM
Uno studio statunitense ha esaminato la relazione tra eventi stressanti e aumento delle lesioni nella SM. Si intende per evento stressante le reazioni di adattamento, del fisico e della mente, con le quali l’organismo reagisce alle sollecitazioni che percepisce dall’ambiente che lo circonda e possono essere positivi (conseguente per esempio ad una grande gioia) o negativi. 121 pazienti sono stati seguiti per 48 settimane e sottoposti a Risonanza Magnetica ogni 8 settimane. Ogni mese i pazienti dovevano compilare un questionario in cui si raccoglievano le informazioni sullo stress percepito dagli individui (differenziandolo tra positivo e negativo) e sulla presenza di ansia o depressione. Dallo studio è risultato che eventi stressanti positivi hanno un ridotto rischio di comparsa di lesioni, mentre, il rischio è aumentato nel numero e nella grandezza in relazione agli aventi stressanti fortemente negativi.Ancora una volta con questo studio si sottolinea l'importanza della qualità della vita per i malati di SM
Fonte: Do positive or negative stressful events predict the development of new brain lesions in people with multiple sclerosis?; Psychological Medicine, 2013 May 17:1-11.
Effetto dello stress sulla infiammazione cerebrale e sulla sclerosi multipla
Prove sostanziali hanno indicato che lo stress può precipitare o peggiorare i sintomi della infiammazione in generale e più specificamente nella sclerosi multipla, una malattia autoimmune demielinizzante caratterizzata da infiammazione del sistema nervoso centrale ( SNC ). Tuttavia, il meccanismo mediante il quale lo stress influisce sulla sclerosi multipla non è ben definito. Sono state esaminate le pubblicazioni in PubMed dal 1995 ed è emerso che i neuropeptidi secreti sotto stress, come il fattore di rilascio della corticotropina ( CRH ) e la neurotensina ( NT ), attivano la microglia e i mastociti a rilasciare molecole infiammatorie. Queste portano alla maturazione e all'attivazione delle cellule autoimmuni T17, alla interruzione della barriera emato-encefalica ( BBB ) e all'ingresso delle cellule T nel sistema nervoso centrale, favorendo così l'infiammazione del cervello e contribuendo alla sclerosi multipla. La riduzione dello stress e l'inibizione di questi processi mediante flavonoidi selezionati potrebbe fornire nuovi approcci terapeutici. ( Xagena2013 ) Karagkouni A et al, Autoimmunity Reviews 2013; 12: 10: 947-953 Neuro2013Una migliore gestione dello stress può ridurre frequenza e gravità delle lesioni
Uno studio americano, ha rilevato che un programma di supporto per la gestione dello stress nei malati di SM può ridurre la frequenza e gravità delle lesioni diagnosticabili con la risonanza magnetica (RNM). 121 soggetti con SM recidivante remittente sono stati assegnati a due gruppi di studio, dei quali uno prevedeva l'inserimento in una normale lista d'attesa per visite e controlli con RMN e l'altro l'arruolamento in un programma di supporto per la gestione dello stress. La partecipazione al programma di supporto per la gestione dello stress ha determinato un miglioramento significativo di molte delle variabili considerate, rispetto al gruppo di controllo. A conferma dell'efficacia della gestione dello stress c'è che nel periodo di osservazione, dopo il termine del programma, non si sono più rilevati vantaggi precedentemente osservati nel gruppo trattato. A randomized trial of stress management for the prevention of new brain lesions in MS;. Neurology. 2012 Jul 11.Qualità della vita, depressione e fatigue migliorano nella sclerosi multipla dopo meditazione di consapevolezza
In persone ammalate di SM è alta l'incidenza di depressione, fatigue e ansia e la qualità di vita risulta spesso molto ridotta. Uno studio ha esaminato gli effetti di un intervento basato sulla consapevolezza rispetto al trattamento tradizionale su qualità della vita legata alla salute, depressione e fatigue in adulti con sclerosi multipla recidivante-remittente o secondaria progressiva. L'intervento basato sulla consapevolezza consisteva di un programma strutturato di 8 settimane di meditazione sulla consapevolezza. E' risultato un miglioramento della qualità di vita correlata alla salute e del benessere oltre ad essere stata dimostrata l'ampia fattibilità e accettazione da parte dei pazienti, così come la soddisfazione e l'aderenza a un programma di meditazione basato sulla consapevolezza nei pazienti affetti da SM. Grossman P et al, Neurology 2010; 75: 1141-1149SM progressiva: il consumo di olio di fegato di merluzzo e l’esposizione al sole durante l’infanzia e l’adolescenza potrebbero ridurre il rischio di avere forme più severe di malattia
Uno studio ha analizzato come i primi eventi della vita influenzano la suscettibilità nella SM e modulano potenzialmente il suo decorso clinico. Sono state valutate l'assunzione di vitamina D a partire dall'infanzia fino all'esordio della malattia e delle loro associazioni con la progressione della SM. E' risultato che una ridotta esposizione al sole, soprattutto in autunno e in inverno, prima dell'esordio della sclerosi multipla si è associata a un aumentato rischio di avere un punteggio elevato nella scala PDDS, mentre il consumo di olio di fegato di merluzzo durante l'infanzia e l'adolescenza si è associato a un ridotto rischio di avere un punteggio elevato nella scala PDDS. Studi condotti su casistiche più ampie aiuteranno a capire se e come il consumo di lt olio di fegato di merluzzo e l'esposizione al sole durante l'infanzia e l'adolescenza possano ridurre il rischio nei pazienti con sclerosi multipla progressiva di avere una disabilità più severa e una progressione più rapida della malattia. Sun Exposure, Vitamin D Intake and Progression to Disability among Veterans with Progressive Multiple Sclerosis; Neuroepidemiology. 2011;37(1):52-7.Qual è il ruolo dei metaboliti della vitamina D sulle disabilità fisiche e le lesioni cerebrali?
Da tempo si ipotizza che la carenza di vitamina D possa contribuire allo sviluppo della sclerosi multipla. Uno studio, condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi fornisce informazioni utili sul ruolo che i livelli dei metaboliti di questa sostanza possono avere nella sclerosi multipla. Nei pazienti con bassi livelli dei metaboliti della vitamina D, rispetto a quelli con livelli maggiori più alti, i punteggi delle scale di misurazione della disabilità erano alti. Inoltre, nei pazienti con bassi livelli dei metaboliti della vitamina D, la sclerosi multipla cerebrale ha evidenziato un numero maggiore di lesioni.I ricercatori hanno concluso che bassi livelli dei metaboliti della vitamina D si associano a maggiore gravità della disabilità, valutata tramite le scale di misurazione standardizzate, ed a lesioni cerebrali rilevabili con la risonanza magnetica. Ricerche future permetteranno di chiarire meglio il legame fra livelli dei metaboliti della vitamina D, sclerosi multipla, lesioni cerebrali e disabilità fisiche.Fonte: Vitamin D metabolites are associated with clinical and MRI outcomes in multiple sclerosis patients; Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry 2011 Feb;82(2):189-95. Epub 2010 Nov 3.
La meditazione può aiutare a contrastare depressione e sensazione di stanchezza eccessiva
Un particolare tipo di meditazione, detta "mindfulness" (alla lettera ripienezza della mente), può aiutare le persone che soffrono di SM recidivante-remittente (SMRR) e SM secondariamente progressiva (SMSP) a controllare meglio il dolore e la sensazione di stanchezza eccessiva (astenia) conseguenti alla loro malattia. Lo dimostra uno studio condotto da un gruppo di ricercatori svizzeri e pubblicato sulla rivista Neurology. Questo tipo di meditazione, basata su una migliore consapevolezza dei propri pensieri, azioni e motivazioni. Ha come obiettivo un'attenzione consapevole, intenzionale e non giudicante alla propria esperienza nel momento in cui essa viene vissuta. Tale atteggiamento di accettazione viene favorito dalla pratica quotidiana di esercizi specifici.Studi hanno visto che chi ha partecipato alle sessioni di meditazione ha mostrato miglioramenti significativamente maggiori, rispetto al gruppo di confronto, nel controllo della depressione e della fatica. Tali miglioramenti erano presenti anche dopo sei mesi, anche se erano diminuiti rispetto a quanto emerso dalla valutazione al termine del trattamento. Gli studiosi hanno concluso la meditazione mindfulness può aiutare a migliorare la qualità di vita delle persone con SM. Fonte: MS quality of life, depression, and fatigue improve after mindfulness training; Neurology September 28, 2010 vol. 75 no. 13 1141-1149
Fumare aumenta il rischio di sclerosi multipla
Non fa male solo a polmoni, arterie e pelle. Fumare aumenterebbe anche il rischio di sclerosi multipla (SM). È la conclusione cui sono giunti alcuni ricercatori di Harvard al termine di uno studio durato oltre tre anni e condotto su centinaia di pazienti. Stando ai risultati emersi, la malattia progredisce molto più velocemente nei fumatori rispetto a quanto avviene in chi non ha mai fumato e in coloro che fumavano, ma hanno smesso. Proprio così: nei soggetti studiati l’addio alle sigarette si è associato ad un rallentamento nella progressione della patologia. A confermare che il fumo è "amico" della SM ci sono anche altri due studi. Uno, coordinato da ricercatori dell’università di Buffalo (USA), ha analizzato le immagini del cervello di persone con SM ottenute con un esame particolare (risonanza magnetica), dimostrando che fra il fumo e i danni al tessuto cerebrale esistono dei legami. L’altra ricerca è svedese e conferma un effetto del fumo di sigaretta nella progressione della SM: la colpa non sarebbe della nicotina, ma di altre componenti. Fonte: National MS Society
La vitamina D è correlata positivamente con la funzionalità dei linfociti T regolatori
Un gruppo di ricercatori ha monitorato il livello sierico della 25 idrossivitamina D in 29 pazienti affetti da Sclerosi Multipla recidivante-remittenteNumerose ricerche hanno più volte indicato un possibile coinvolgimento della vitamina D nella patogenesi della Sclerosi Multipla (SM). I ricercatori, coordinati dal dott. J. Smolders della School for Mental Health and Neuroscience del Maastricht University Medical Center in Olanda, hanno indagato la potenziale relazione tra la vitamina D e la funzionalità dei linfociti T regolatori in persone affette da sclerosi multipla recidivante-remittente. In alcune malattie autoimmuni, inclusa la SM, l’alterato funzionamento dei linfociti T regolatori è coinvolto neli processi patogenetici. I ricercatori hanno misurato il livello sierico della 25-idrossivitamina D di 29 pazienti affetti da SM recidivante-remittente. Il numero dei linfociti T regolatori è stato valutato attraverso la citometria a flusso, una tecnica di misurazione multiparametrica di caratteristiche fisiche e/o chimiche condotta su cellule in sospensione all’interno di un fluido di trasporto, e la loro funzionalità è stata testata in vitro attraverso un test di proliferazione cellulare basato sulla molecola CFSE (Carboxyfluorescein-diacetate-succinimidyl-ester). Inoltre, il profilo intracellulare delle citochine, molecole proteiche prodotte dai linfociti T helper, è stato determinato direttamente ex-vivo mediante citometria a flusso. I risultati hanno dimostrato l’esistenza di una correlazione positiva fra livelli alti di 25-idrossivitamina D e la funzionalità dei linfociti T regolatori in persone affette da SM. Fonte: PLoS ONE 4 tratto da www.fondazioneserono.orgInterazione tra vitamina D e sclerosi multipla
La vitamina D interagisce direttamente con una variante genetica che aumenta il rischio di sclerosi multipla.Questa scoperta è a sostegno dell’evidenza epidemiologica che la luce solare e la vitamina D svolgono un importante ruolo nella patogenesi della malattia.
Una regione nel locus HLA-DRB1 o nelle sue vicinanze, nel complesso di istocompatibilità maggiore ( MHC ) sul cromosoma 6 è la regione di suscettibilità per la sclerosi multipla.
Mentre HLA-DRB1 ha più di 400 differenti alleli, il principale aplotipo che aumenta il rischio nei nord-europei è caratterizzato dalla presenza di una variante HLA-DRB1*1501, in duplice copia, che aumenta il rischio di sclerosi multipla di 3 volte.
I Ricercatori dell’University of Oxford e dell’University of British Columbia, hanno trovato che le proteine attivate dalla vitamina D si legano a una sequenza di DNA vicina alla variante DRB1*1501 che attiva il gene. In presenza di poca vitamina D il gene può non funzionare in modo appropriato.
Non esiste alcuna prova che la vitamina D possa prevenire o curare la sclerosi multipla. Tuttavia i Ricercatori sospettavano che una mancanza di vitamina D durante la fase precoce della vita possa aver impedito al timo di eliminare le cellule T autoreattive. Queste cellule in seguito possono attaccare il sistema nervoso centrale e danneggiare la mielina. ( Xagena2009 ) Fonte: PloS Genetics, 2009
L'olio di pesce può alleviare i sintomi della SM
Uno studio americano ha rilevato che gli acidi grassi Omega-3 contenuti nell'olio di pesce possono migliorare i sintomi nei pazienti affetti da SM.Degli Omega 3 fanno parte l'acido eicosapentaenoico (EPA) e l'acido docosaesaenoico (DHA) che influenzano le proteine del sangue chiamate matrix metalloproteinasi-9 (MMP-9) prodotte dal sistema immunitario dei pazienti affetti da SM.
Il nuovo studio, condotto dai ricercatori dell'Oregon Health & Science University e dal VA Medical Center di Portland, ha coinvolto dieci pazienti cui sono stati somministrati 9.6 grammi di olio di pesce al giorno. Dopo tre mesi di trattamento, i ricercatori hanno rilevato una diminuzione del 58% nei livelli di MMP-9 prodotti dal sistema immunitario dei pazienti, mentre i livelli di EPA e DHA nelle membrane dei globuli rossi dei pazienti hanno subito un sostanziale aumento. Fonte: National Womens Health Information Center 25/08/2007 (www.fondazioneserono.org)
Si ricorda, inoltre che gli omega 3 come l'olio di fegato di merluzzo, contengono vitamina D (vedi articolo più sotto)
L'ormone della gravidanza potrebbe fermare o invertire la progressione della Sclerosi Multipla
Un ormone secreto in elevate quantità durante la gravidanza, potrebbe fermare o invertire la progressione della sclerosi multipla e altri tipi di patalogie che causano la demielinizzazione: la scoperta grazie a uno studio condotto da un gruppo di ricercatori canadesi dell'Università di Calgary e pubblicato nell'edizione di febbraio di Neuroscience. La prolattina, l'ormone ipofisario che stimola la trasformazione gravidica della mammella, sembra stimolare anche la produzione di mielina, il che spiegherebbe il perché la SM di solito va in remissione durante la gravidanza. Il dottor Samuel Weiss, che ha condotto la ricerca, dice che sebbene sia noto come durante la gravidanza il sistema immunitario non distrugga la mielina e che tuttavia nessuno studio precedente ne aveva realmente esaminato i meccanismi. I ricercatori hanno scoperto gli effetti di rimielinizzazione della prolattina sui topi in gravidanza e hanno poi confermato la loro scoperta iniettando l'ormone in topi femminili non gravidi già campionati per la Sclerosi Multipla. L'ormone ha simulato gli effetti dell'elevato livello di prolattina nella gravidanza, con il risultato di una nuova produzione di mielina. Gli agenti che promuovono la rimielinizzazione saranno utili non solo per la SM ma anche per altre malattie neurologiche come le lesioni al midollo spinale. I ricercatori hanno identificato il primo esempio conosciuto di meccanismo biologico innato per la generazione di mielina nel sistema nervoso centrale dell'adulto. La prolattina è prodotta nel pituitario anteriore dagli oligodendrociti ed è presente a livelli variabili sia negli uomini che nelle donne. Durante la gravidanza, l'ormone è sintetizzato e liberato a livelli da 10 a 20 volte il normale. Fonte: Psychiatric Times 22/02/2007 (www.fondazioneserono.org)
Alti livelli di vitamina D associati a basso rischio di sclerosi multipla
Livelli divitamina D ad alto dosaggio possono ridurre il rischio di SM (L'olio di fegato di merluzzo contiene la vitamina D). Questo è il risultato di uno studio coordinato da Ricercatori dell'Harvard School of Public Health di Boston, negli Stati Uniti, che ha verificato l'esistenza di un'associazione tra i livelli di 25-Idrossivitamina D ed il rischio di sclerosi multipla. Fonte: Neuro2007 (da sclerosionline.net)Un imponente studio pubblicato su Jama, la rivista ufficiale dei medici americani, conferma la già nota relazione fra Sclerosi Multipla ed esposizione al sole. Come già rilevato in anni di ricerche scientifiche, l'incidenza della malattia diminuisce nelle popolazioni più vicine all'equatore e aumenta se ci si sposta verso nord ma non c'è nessun nesso con le caratteristiche genetiche della popolazione. I risultati pubblicati sulla rivista americana arrivano ad una conclusione netta: più è alto il livello circolante di vitamina D e più è basso il rischio di SM. Per questo studio sono stati effettuati, tra il 1992 e il 2004, sette milioni di prelievi di sangue sul personale militare americano e sono stati identificati 257 casi di sclerosi multipla. Altri studi sperimentali confermerebbero le ipotesi: un supplemento di vitamina D sia in animali che umani può proteggere dall'insorgenza della malattia e analogie si riscontrano in altre malattie autoimmuni di tipo Th1 quali il diabete di tipo I e l'artrite reumatoide. La vitamina D, infatti, contrasta la produzione di sostanze infiammatorie del circuito immunitario Th1 stimolando invece la produzione di sostanze dei circuiti opposti (il Th 2 e il Th 3). Fonte : La Repubblica - Salute 22/02/2007
Esiste una relazione tra stress e ricadute nei pazienti affetti da SM
Gli eventi acuti, ma non lo stress cronico, precedono le ricadute: una alta frequenza di stress corrisponde a un elevato rischio di ricaduta, in particolare se associato a un basso punteggio di disabilità e all'essere di sesso maschile. Le ricadute nella sclerosi multipla erano quindi favorite da un'alta ricorrenza di stress acuto, nel caso di pazienti che utilizzavano l'assistenza sociale ed erano nati in Australia, ma non c'è correlazione tra lo stress cronico, la malattia, e i fattori demografici, psicosociali o legati allo stile di vita e le ricadute. Gli autori dello studio hanno confermato l'ipotesi di bidirezionalità del rapporto tra patologia e stress: l'evento stressante precede le ricadute e le ricadute precedono il picco di stress. Non sono stati però riscontrati fattori che possano influire indirettamente nel rapporto tra stress e ricadute.CONCLUSIONI: Gli eventi stressanti impattano in piccola parte sulle ricadute nella sclerosi multipla. È il numero e non l'intensità degli eventi stressanti ad essere più importante. Questo suggerisce che i pazienti affetti da sclerosi multipla dovrebbero evitare situazioni capaci di generare numerosi eventi stressanti. Uno stress cronico non è indice di ricaduta in futuro. Gli uomini e in particolare quelli con un inizio di malattia molto precoce sono più esposti alle ricadute. I pazienti affetti da sclerosi multipla dovrebbero essere incoraggiati a ridurre i tempi di stress acuto durante i periodi di maggior sforzo. Inoltre i pazienti dovrebbero anche sentirsi tranquilli riguardo lo stress provocato dalla malattia che non aumenta il rischio di ricadute. Fonte: Multiple Sclerosis, 2006; Aug, 12 (4): 453-75
Alcuni pazienti con sclerosi multipla presentano bassi parametri ematici di ferro.
Report anedottici ed uno studio con un singolo paziente hanno indicato che la supplementazione di ferro può risultare benefica in questi individui.Il ferro ed il pathway di metilazione folato-vitamina B12 sembrano svolgere un importante ruolo nella rigenerazione della mielina.
Uno studio ha determinato lo stato del ferro, del folato e dell'omocisteina nei soggetti affetti da sclerosi multipla.
Nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, la concentrazione plasmatica di ferro è risultata correlata in modo significativo con l'età alla diagnosi. Fonte: Neuro2006 (da sclerosionline.net)