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Antonella Napoli
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Schede floreali per bambini e bambine (Appunti tratti dalla presentazione del libro di Jimez)

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giugno 2008 - Roma

Mi piace sentire la mia anima attaccata ai miei piedi. Quindi invece di pensare che siamo alla ricerca dell'anima, penso che noi siamo un'anima che in questo momento sta cercando una personalità. Il bambino al momento della nascita è già un'anima, per questo pensiamo che i bambini siano soggetti molto fragili: perché vengono al mondo in una situazione in cui la spiritualità è sempre più lontana.

Questo libro è l'idea di 3 persone un amico, mia figlia Angela che ha fatto i disegni, ed io stesso.

Ci siamo resi conto che è difficile parlare a livello emozionale con i bambini, così abbiamo ideato un gioco, perché queste schede in realtà sono solo un gioco. Un grande saggio ha detto che non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare. Infatti l'anima non ha età. Questo se vi dimenticate del corpo e delle sensazioni che ci legano alla realtà biologica. Perchè io sto parlando con le vostre anime. Le riconosco come anime e proprio a loro voglio dirigermi questo pomeriggio. La sofferenza nasce dall'impossibilità di accettazione che noi siamo anime, dal ricercare costantemente una espressione che non rispecchia ciò che siamo. Bach dice che la malattia è mancanza di connessione tra anima e personalità ed io aggiungo che è la conseguenza di non esprimere ciò che si è.

Tutti noi per colpe o rimproveri non riusciamo a vivere il presente. In questo istante, in questo momento non c'è nulla che ci impedisce di viverlo in una prospettiva di allegria. Io ora sento la paura in me, ma io non sono la paura, quindi non succede nulla. Quando esco per strada sento l'aria e vuol dire che sto camminando, la paura mi dice che faccio quello che voglio fare. La paura in questa prospettiva è un mio alleato quindi mi sento grato. Non è possibile vivere senza paura, ansia, tristezza. Saremmo morti, invece vi vedo molto vivi. Le emozioni fanno parte della nostra natura e ci danno la possibilità di vivere come essere umani. La nostra esperienza ci insegna ad accettare che ciò che sta accadendo si può accogliere e integrare. La sofferenza è la mancata accettazione di ciò che è. I bambini vivono nel presente, piangono, ridono, fanno i capricci, corrono, saltano e dormono in maniera speciale perché cadono addormentati. Le emozioni non si installano nel loro corpo, vivono attraverso di esso ma non si radicano.

Ma noi viviamo in una società che ci dice che cosa dobbiamo sentire e il bambino non capisce perché non può provare quello che in realtà sta sentendo. Il bambino ha paura di perdere l'affetto dei genitori quindi inizia a fare delle cose che non sente. Non sono i bambini ad avere i problemi siamo noi che vogliamo avere un bambino diverso, ammaestrato. Non sto parlando di un bambino educato, ma ammaestrato, che non dà fastidio. Quindi non giochiamo più e diventiamo tristi. Nel mio primo libro c'è una teoria che si conosce come “la teoria delle strutture”, che dice che nessuna emozione per quanto possa apparire limitante, lo è fino in fondo.

Esiste una intenzione positiva di questa limitazione. Mia madre che è molto CHICORY patisce quando viaggio, quindi mi chiede di dirglielo solo quando sono tornato così non si preoccupa. Lei dice che soffre molto per me. Ed io gli dico: “ma perché devi soffrire per me?” “Ma se non soffro io chi deve soffrire per te?” Lei pensa che soffrire è amare, il soffrire le dà la misura dell'intensità del suo amore per me. Se le chiedo di non soffrire, le chiedo di non amare, come terapeuta il mio compito è cercare di farle trovare un nuovo modo di amare.

I bambini che effettuano delle limitazioni lo fanno perché non riescono a trovare un'altra forma per raggiungere il loro scopo.

Nella parte posteriore delle schede ci sono le limitazioni, e le intenzioni positive della limitazione, ovvero quello che si ottiene agendo quel comportamento, indipendentemente dalla sofferenza proprio per poter realizzare un atto terapeutico di sviluppo. L'insegnamento che il soggetto deve integrare in questa struttura e alcune raccomandazioni per aiutare il bambino. Con questo strumento possiamo aiutare lo sviluppo e la stabilizzazione del bambino.

La vita è un gioco.

Il terapeuta è colui che vive nel presente perché può creare. Guardando ciò che indossate, come state seduti, ecc. stimolate la mia memoria, i miei pregiudizi che vengono lanciati su di voi. Per questo devo lavorare tutto il tempo su me stesso, e devo rendermi conto di questa cosa per essere un buon terapeuta. Devo dimenticare che io sono il terapeuta.

Bach dice che il terapeuta non è altro che un canale e non sto parlando di canalizzazione, ma di uno stadio che commuove, uno stato che mi permette di conoscere l'altra persona dal punto di vista della prospettiva dell'anima. Io sto solo accompagnando. Accompagno il sentimento ma non voglio alterare il sentimento. Quando il bambino piange gli viene detto di smetterla perché il pianto dà fastidio. Invece di vivere in forma diretta quel sentimento, lo vogliono reprimere. La stessa cosa accade con nostri pazienti: il terapeuta vuole tirare fuori da quello stato il paziente, perché noi come terapeuti cerchiamo il successo, quindi più pazienti guarisco, più sono bravo. Ma noi non possiamo fare questo perché non abbiamo il potere di sanare le persone. Il terapeuta deve facilitare il transito per lo sviluppo dell'anima.

Quando una persona si denuda completamente, quando avverte che non c'è altro allora possiamo dire che il terapeuta ha raggiunto la sua quota di partecipazione alla terapia. Quando il paziente ti dice che ti sta raccontando qualcosa che non ha mai raccontato a nessuno, è in quel momento che è potuta emergere la nudità dell'anima. C'è solo amore.

Un terapeuta che non vive questo stato, difficilmente potrà fare terapia. Dice Bach che quella persona che non sia libera, che non sia un leader nella sua specialità non può aiutare gli altri, perché come facciamo a far raggiungere quello stadio di pace se noi non la conosciamo? L'atto terapeutico non è un atto tecnico. La tecnica è un supporto, uno strumento. La prima cosa che ci permette di essere terapeuti è l'umanità. Per quanta tecnica e memoria si può contenere, deve essere mossa dall'amore , aspetto primario e creativo dell'essere.

La floriterapia non è solo un aspetto sanitario del mondo ma un modo diverso di guardare il mondo. Non si può essere terapeuti solo alcune ore del giorno, perché la definizione di terapeuta implica proprio uno stato dell'essere che si percepisce dall'esterno. Un microclima amoroso, uno spazio che dove passa deve essere amabile, pulito, impregnato delle qualità dell'anima.

Noi quindi siamo l'anima, non dobbiamo raggiungere l'anima, siamo anima. Se sentite la vostra anima nel corpo, potrete vivere come anime perché l'anima non è fuori da noi, è qui, ora, sta nell'aria, nel corpo, nella terra. Siamo qui per riconoscere la nostra grandezza come anime, non per combattere contro il corpo. Bach parla esplicitamente dell'integrazione di mente corpo e anima, se ora siamo capaci di dimenticarci di quello che abbiamo vissuto o che ci hanno fatto vivere, adesso la generosità, la compassione, la dolcezza, la fermezza, la calma, la certezza, la capacità di comprendere, l'allegria, il coraggio rimarranno presenti qui adesso ed in ognuno di noi. Non possiamo pensare di ottenerlo domani, se non consideriamo di poterlo ottenere adesso.

Molto tempo fa ci hanno raccontato qualche cosa che ci impedisce di essere felici ora, in questo istante. Se c'è qualcosa che vi impedisce di essere felici è perché lo portate qui, ma in realtà qui non c'è nulla, è nella vostra mente, ma non nell'anima. Per questo esistono i rimedi per capire che siamo anima e non per eliminare i sintomi. L'essenza del lavoro di Bach è quella di sradicare l'ignoranza, non eliminare la malattia come noi la intendiamo- La malattia è il sintomo che ci dice non stiamo ascoltando quello che siamo. Dobbiamo fare capire che la malattia è un alleato per ritrasmettergli la libertà di poter essere ciò che si è. Bach dice che bisognava pensare la malattia in maniera differente per guarire.

Non parlava dei rimedi floreali ma del paradigma. Disse anche che se i medici non cambiavano il loro modo di pensare, la floriterapia sarebbe caduta in mano a religiosi. Se mi converto nel terapeuta che ha il potere di salvare, taglio l'amore perché essendo il terapeuta, io detengo il potere. Dal momento che tutti noi siamo uno, quello che sto facendo è gridare alla parte più profonda di me. Ci sono terapeuti crudeli che amano dare fastidio agli altri esseri umani, e mi chiedo come possano aiutare a stare bene le persone con quella faccia. Come si fa a scegliere un mestiere perché pensi che puoi guadagnare soldi e avere carriera? In Spagna ho conosciuto persone che non potendo diventare medici sono diventati floriterapeuti. Il terapeuta deve aiutare le persone a godere della vita, e questa cosa è semplice come cercare di aiutare a ristabilire una connessione con se stessi. Perché la qualità dell'anima è l'allegria che non è né felicità né entusiasmo. L'allegria è uno stato sereno profondo e che si mantiena nel tempo solo per il fatto di essere vivo, perché siamo anima ed è proprio questa la nostra qualità. Bach parla in tutta la sua opera proprio di questo. Fomentare la libertà per poter esprimere se stessi.

Non è possibile essere vivi e non andare in crisi. Bach dice che la crisi è una opportunità, è un momento di parentesi della personalità affinché l'anima possa riportarci alla sua essenza. La società è un luogo di consumo e lavoro. Se non produci non sei nulla, lavori, produci, lavori, fino alla morte. La vita accade mentre facciamo altre cose, perché non ci permettiamo di fermarci per pensare. Adesso se guardassimo quello che siamo, quello che sentiamo, potremmo sentire l'abbraccio dell'anima e la serenità della mente e sentire la pienezza dell'amore nel cuore, perché in questo momento, proprio adesso, non abbiamo bisogno di niente. Solo dopo la mente ci metterà davanti molti obiettivi. Rispettate questo silenzio per essere coscienti della grandezza dell'anima e prendete e date i fiori per ricordarvelo e ricordarlo.

Ma cambiate l'idea della malattia e vivete nella virtù. Il terapeuta è invisibilità sparizione. Il terapeuta nasce quando la personalità non ostruisce. Il nostro unico lavoro è liberarci dal giogo. E' terapeuta chi non interferisce, cosa che invece è la tendenza della nostra personalità

(appunti di Antonella Napoli)

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La floriterapia non è una terapia medica, non costituisce diagnosi e cura medica e non la sostituisce in alcun modo. Le essenze floreali non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull'organismo, ma agiscono solo sugli stati d'animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive. Tutti gli esperimenti di autocura, interruzione o di riduzione arbitraria del dosaggio di farmaci prescritti, condotti al di fuori del controllo medico, ricadono esclusivamente sotto la responsabilità di chi li effettua.
Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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