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Antonella Napoli
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Noia, confusione e rassegnazione e la terapia floreale. (Eduardo Grecco)

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HORNBEAM  è un rimedio che a volte può essere complesso da capire quando applicare ed è ridotto a pochissime cose, a cui è attribuito un legame profondo con la noia, con la routine, ma in fondo, Bach ci parla dell’incapacità e della mancanza di forza che possiede la persona per affrontare le sfide della vita quotidiana. Non sfide trascendenti, ma quotidiane. Infatti è un rimedio che si relaziona con la volontà nella vita di tutti i giorni. Così come VERVAIN ha a che fare con la volontà delle cose trascendentali della vita, aspetta miracoli HORNBEAM si relaziona con quell'universo così importante e significativo della vita di tutti i giorni.

Bach in una lettera datata 17 gennaio 1934 parla di come ha scoperto e di come ha iniziato il lavoro degli Aiuti, in particolare parla di come ha iniziato con i primi quattro Aiuti, come se ci fosse una differenza significativa nel processo di scoperta dei primi quattro e dei tre che seguono. E lì alla fine della lettera parla  di seguire le indicazioni che ci dà la vita quotidiana, cioè è molto importante capire che l'anima si rivela nella vita quotidiana. Quindi HORNBEAM che ha a che fare con la forza per affrontare la vita quotidiana, ci pone di fronte ad una polarità insospettata e poco vista che è quella con CLEMATIS.
 
Che cos'è la noia? molte volte applichiamo i fiori senza pensare ai sentimenti su cui questi fiori lavorano e cosa significano. Per es. utilizziamo HORNBEAM perché la persona è annoiata ma molte volte non riflettiamo su cosa sia la noia. La noia è la sindrome di astinenza dagli stimoli, la reazione che si verifica davanti alla privazione degli stimoli, l'astinenza dalle novità. HORNBEAM ha bisogno di novità, di stimoli.
 
Pensiamo al mondo moderno in cui stiamo educando i bambini con sempre più stimoli e giocattoli e i ragazzi sembrano incapaci di generare divertimento dal loro interno, hanno bisogno di stimoli dell'esterno. Stiamo educando i bambini con la mancanza di contenuti legati alla fonte interiore di stimoli. Così quello che appare come noia è proprio il fatto di non avere stimoli esterni o non averli sufficientemente motivanti, interessanti, intensi. Poco a poco quella mancanza di stimoli esterni che mi porta alla noia, mi conduce ad un'emozione diversa che ha a che fare con WILD OAT che è il tedio.
 
Quello che è noia con il mondo esterno, è tedio nel mio rapporto con me stesso. Il tedio è quella sensazione di disagio, confusione, disinteresse, mancanza di motivazione, mancanza di progetto, mancanza di vocazione, tutto ciò che si esprime nelle dinamiche WILD OAT, che hanno a che fare con me stesso. Posso avere tutti gli stimoli esterni che immagino, ma non mi servono. Perché il tedio non è una condizione dell'avere ma dell'essere: sono sprofondato in una situazione in cui niente mi dà felicità, niente mi dà beatitudine, niente mi dà una sensazione di piena soddisfazione. Il tedio è un'esperienza dell'anima mentre la noia è della nostra personalità.
 
L'emozione opposta alla noia è sognare ad occhi aperti che in qualche modo è il poter stare a riposo. Ricordiamoci che Bach quando parla dell'archetipo di CLEMATIS, parla dell'estasi, dove in qualche modo posso essere, ma a riposo. L'estasi suppone una mancanza di mobilità esterna, essere in uno stato profondo con me stesso. Il sogno è un profondo sentimento di liberazione che ci offre una lezione molto importante perché ci permette di non avere confini. In una situazione CLEMATIS posso viaggiare senza muovermi da dove sono, e tornare al punto di partenza alla velocità della luce. Bach ci dice che CLEMATIS è quella persona che sente di aver perso il piacere e l'amore che la vita gli dava e poi ricrea quella piacevole condizione in un immaginario, in un sogno, come se nulla fosse successo. Non pensiamo questa situazione CLEMATIS come qualcosa di negativo, patologico, dirompente, qualcosa che ci è stato lasciato dai desideri dell'infanzia, ma piuttosto pensateli come i sogni sono anche una risorsa per sviluppare il nostro potenziale. I sogni ci permettono di creare, di esplorare, di dirigere la nostra energia per ricreare condizioni di vita che ci danno felicità. I sogni sono l'antidoto alla noia ed è anche un ottimo rimedio contro il tedio che è “la noia dell'anima”.
 
Sia il tedio che la noia, (la mancanza di forza, la noia che HORNBEAM evidenzia in relazione alle cose quotidiane), può spesso essere la porta d’ingresso di un processo molto più significativo che a volte passa attraverso la mancanza di speranza, la depressione ma a volte può essere anche una porta di ingresso verso una profonda trasformazione delle nostre vite, perché la noia diventa il motivo per cambiare il nostro modo di vivere.
In una relazione, non è la routine che mi ha rubato l'amore, ma la mancanza d'amore ha trasformato quel legame in routine. L'amore non muore, ma lo uccidiamo per mancanza di condivisione, di sentimento, di sogni. Nella clinica possiamo vedere che un rimedio meraviglioso da integrare o dare direttamente per contrastare gli effetti di un quadro HORNBEAM in questa situazione di noia e di routine è CLEMATIS. L'annoiato ha perso la capacità di sognare CLEMATIS, di vivere senza stimoli esterni, ha perso la capacità di stimolarsi dal suo interiore.
 
Se mi annoio all'improvviso posso approfittare di quel momento per svegliarmi dentro, invece di uscire e cercare all’esterno quello che mi toglie la noia. Prendendo HORNBEAM si risveglia quella capacità di guardarmi dentro per avere gioia, felicità, sentirsi pieni e questo accade non solo nelle cose che faccio nella mia vita, ma per esempio nei rapporti con le persone: di cosa non parliamo? Cosa non condividiamo?  MIMULUS insieme a HORNBEAM a volte un rimedio molto importante nelle relazioni, nei legami, per dare la forza di essere capaci di parlare, anche semmai di una rottura, ma parlare. La relazione è uno spazio di conversazione e dove c'è antagonismo non c'è ascolto. E la noia mette in antagonismo: non c'è niente che mi motiva, non c'è niente che mi stimola, è tutto o niente. È una dipendenza, non di alcol, non di droga, non di sesso, ma di stimoli. Gli manca la capacità di sognare su se stesso, gli manca CLEMATIS.
 
Tornando a WILD OAT , Bach ci dice che la confusione non è un fenomeno di mancanza di chiarezza concettuale (come potrebbe essere quella di CERATO) ma è dovuta ad una mancanza di chiarezza vocazionale. La confusione non è quello che so, quello di cui non sono sicuro, cosa devo scegliere, ma si tratta della direzione, della vocazione, del destino della mia vita. In WILD OAT quella confusione arriva dal voler vivere tutto, non riuscire a rinunciare, a dare una priorità. Dice Bach che WILD OAT è una persona che ha molti interessi, molte capacità, molti talenti ma ciononostante vuole viverli tutti insieme, non riesce a metterli in un ordine, alla fine non può rinunciare. E gli manca l'energia che gli fornisce OLIVE o la direzione o che gli fornisce VINE, ma alla fine questa confusione WILD OAT ha a che fare con il capire dove andrò con la mia vita, dove mi dirigerò.
 
Quando Bach termina di preparare ROCK ROSE che ci parla di terrore, panico, emergenza, ma la cosa più importante che Bach sottolinea come riporta Nora Weeks, è la mancanza di speranza. Nel periodo della scoperta, Bach era senza speranza, era confuso, scosso da molte cose che gli stavano accadendo in quel momento della sua vita: dove vado adesso? cosa devo fare? ed era sprofondato in una specie di notte buia, una crisi dove si sentiva in qualche modo confuso, non sapeva come andare avanti (tema WILD OAT molto importante). Bach racconta che in quel periodo era sdraiato su un lato di una strada lungo un fiume (con tutto ciò che quella posizione del corpo significa) e all'improvviso riceve un messaggio e lì inizia la storia degli Aiuti. In particolar modo in questa rivelazione, in questa specie di messaggio, ce sono GORSE e HEATHER.
La confusione può anche essere un momento di iniziazione: non potrei chiarire se non fossi confuso. Perché la confusione WILD OAT è essere perso e quando Bach descrive questo fiore, lo fa in termini di movimento, di cammino.
 
WILD OAT è perso, non sa, quale è il percorso da fare, non sa nemmeno dove si trova, è confuso, ma trasforma la confusione in chiarezza vocazionale, in orientamento di vita. Ed è importante in questo senso non vedere la confusione necessariamente come uno stato psicologico di intorpidimento. Questo può anche essere, per esempio la depressione, i disturbi confusionali, le droghe, l'alcool lo producono, che non è la confusione WILD OAT (anche se può essere utilizzato in questi casi), ma stiamo parlando di quella confusione in cui mi trovo ad affrontare una molteplicità di percorsi, mi sento smarrito e ho bisogno di ascoltare quello  che la vita, le voci della vita mi propongono, dove mi guidano (lo dice Bach in questa lettera dove allude all'inizio degli Aiuti).
 
Essere persi è non vedere ciò che la vita ti propone quotidianamente, per questo WILD OAT , tra le tante altre cose, è un ottimo rimedio per aprirci alla sincronicità, per poter vedere i segni della vita, per poter vedere come le cose si manifestano in modo evidente attraverso le piccole cose. La vocazione si trova osservando il significato simbolico delle cose quotidiane, rispondendo a ciò che la vita mi propone. Questo è quello che la confusione WILD OAT ci impedisce di vedere: il significato simbolico della quotidianità. Ecco perché in WILD OAT che è dipendente dalle sensazioni, la confusione può apparire come la sindrome da astinenza della dipendenza dalle sensazioni. Con WILD OAT risolviamo la confusione cercando nuove altezze sensoriali, perché l'ottundimento sensoriale non mi dà chiarezza vocazionale. Diversa dalla confusione CERATO che è una confusione mentale, di idee, di sapere quale è la teoria o rimanere invischiati nelle teorie.
 
C’è una stretta relazione tra WILD OAT e SCLERANTHUS che è il rimedio alla dualità tormentata. Se la dualità in cui mi trovo non è burrascosa o tormentata, non stiamo parlando di SCLERANTHUS (anche se non significa che non può aiutarmi) ma definisce un crocevia burrascoso della mia vita: quando sono in A mi manca B quando sono invece in B, mi manca A e soffro per questo. Ma SCLERANTHUS quel minuscolo fiore mi fa vedere che davanti ad un bivio qualsiasi cosa tu decida di fare, cambierà la tua vita, quindi non c’è una decisione migliore di un’altra, ma giustifico la mia paura dicendo che non so cosa decidere. Ma la vita non mi dice se è più importante o è meglio A o B, non è una questione di trovare ciò che è corretto come cerca CERATO, ma è una questione che qualsiasi direzione prendiamo al bivio, è lo stesso, perchè la mia vita cambierà. SCLERANTHUS ha una resistenza ad un cambiamento trasformativo, è un salto al centro (e infatti il rimedio che Bach scopre in successione è WATER VIOLET). È la chiarezza di trasformare il bivio in una opzione, non nel destino. Non sono condannato, io scelgo, perché il destino si avvera sempre e in maniera negativa quando cerco di fuggire da esso.
Ecco perché in SCLERANTHUS è così importante la situazione WILD OAT, perché anche quella confusione è un bivio. A volte un bivio a un livello molto più dell’anima, rispetto a SCLERANTHUS, non solo una questione di direzione, ma una questione di vita, di chiamata, di vocazione.
 
La rassegnazione è un'emozione che appare in due rimedi esplicitamente in Bach: GORSE e WILD ROSE. L’emozione polare della rassegnazione è l'entusiasmo che in WILD ROSE si basa sull'interesse e in GORSE si basa sulla speranza.
Quando Bach parla di GORSE, dice che è un persona che prima ha provato di tutto (non dobbiamo dimenticarlo), e poi si è rassegnato perché pensa che lo stare bene, la guarigione non fa per lui perché è condannato dal destino, o dal karma, dalle costellazioni familiari, ecc. ma c'è qualcosa che gli impedisce di stare bene. Si rassegna ad una forza anonima del destino che condiziona la sua vita. La rassegnazione GORSE è quella della disperazione, della mancanza di progetto che è legata anche in polarità con l’ansia che è l'incapacità di porsi progetti a lungo termine. Sia nella disperazione che nell'ansia, emozioni apparentemente così diverse, abbiamo lo stesso denominatore comune, che è la difficoltà di poter avere progetti a lungo termine, cioè, di aprirmi al processo di evoluzione della vita.
 
GORSE si rassegna e si arrende alla disperazione, mentre WILD ROSE si arrende al disinteresse. WILD ROSE è un rimedio che ha a che fare con l'entusiasmo con il magnetismo personale con la capacità di seduzione, con l’interesse. La parola “interesse” è interagire, quando dico che sono interessato a te sto dicendo che voglio, stare, interagire con te. È interessante che WILD ROSE sia il rimedio dell'archetipo del guerriero che ha a che fare nel contesto con cui Bach ne parla, con la resa. Ma non solo con la resa in termini di non lottare più nella vita, ma con la resa degli interessi della mia personalità degli interessi dell'anima. WILD ROSE è il rimedio che cura non solo la rassegnazione del “non posso farcela” ma quella del “non voglio più combattere”. Non è che ho provato di tutto ma che ho perso l'interesse a continuare a combattere, certo, dietro può esserci non solo disincanto, delusione, ma anche depressione. WILD ROSE nel primo momento nel processo fondamentale di connessione rinuncia a quello che l'anima propone.
 
WILD ROSE nella sequenza di scoperta di Bach è seguito da MUSTARD, che tra le altre cose ci parla anche lui di confusione: la mia anima si è arresa e ora mi tuffo nella notte oscura, quella nuvola fredda e scura che mi circonda e non ho altra scelta che guardarmi dentro, non riesco a vedere niente fuori per finire nella resurrezione SWEET CHESTNUT dove troviamo non solo la parola disperazione ma anche mancanza di speranza. Con SWEET CHESTNUT devo riconnettermi con la speranza, con la libertà, mi porta fuori dai limiti  autoimposti che mi impediscono il progresso nella vita. Ma la rassegnazione WILD ROSE è una parola chiave che Bach inserisce, specialmente nel testo del 1935, dove parla di un rimedio che mi permette di dare un nuovo significato, la rassegnazione è il bisogno di mettere un nuovo nome per poter dare un nuovo senso alla mia vita. Così la rassegnazione è una difficoltà che si presenta nella nostra vita, rispetto ad un evento che sento che non c'è altra soluzione che arrendermi e mi dico “no non sono interessato, non sono motivato”, ma in realtà sono scuse per rinunciare alla proposta dell’anima. C'è un sintomo WILD ROSE che illustra bene questa dinamica di cui parlo: l’anemia ferrosa, è una mancanza di entusiasmo che si trasforma in anemia che è depressione, decadimento, perdita di vitalità, perdita di voglia di vivere.
 
È possibile che molte volte le persone si presentano alla consultazione con un quadro combinato dove si sentono annoiate sprofondate nel tedio, confuse, rassegnate alla situazione che stanno attraversando e ci sembra tante volte che il paziente sia depresso. Potrebbe essere che sia depresso, ma non perdiamo di vista il fatto che questa sintomatologia, la noia, la confusione, la rassegnazione ci sta parlando di qualcosa di molto più profondo che è relazionata con la dipendenza della persona da stimoli - a diversi livelli - del mondo esterno. Non ho novità, non ho chiarezza, non ho niente che mi interessa, niente che mi motiva. Sono sottili sfumature diverse, ma importanti nella clinica che ritroviamo nella depressione ma non le dobbiamo ridurre solo al termine “depressione”.
 
WILD ROSE, è un rimedio che Bach curiosamente si polarizza con CERATO nelle Due Liste, rimedio che ci permette di essere chiari sul percorso corretto e di decidere di seguirlo e mantenerlo sul percorso. Guardiamo quell'aspetto di Guerriero che ha CERATO: non solo vedo, ma decido di seguirlo e lo seguo, perché CERATO dà permanenza nel cammino. Bach ci parla di CERATO che possiede una certa brillantezza, un certo magnetismo, persone che fanno cose stravaganti e a volte ci dimentichiamo di tutto questo, ma in realtà si connette con WILD ROSE che è un rimedio che ci dà splendore,  seduzione, magnetismo personale. CERATO e WILD ROSE risvegliano il magnetismo personale.
 
Continuando da questo punto di vista l’HORNBEAM si polarizza con OAK che tra l'altro, è il rimedio che ci apre al piacere, ed è incapace di sognare all'esatto opposto di CLEMATIS.
WILD OAT che si oppone a WALNUT, quel rimedio che ci permette di rompere con gli schemi ma è il rimedio che ci collega con quella sensazione profonda per dire “posso, io posso farlo da solo, non ho bisogno di influenze esterne”. Nella sequenza di scoperta dei rimedi di Bach, dopo il WALNUT viene HOLLY che ci dice che è vero che posso farlo da solo, ma è molto più divertente farlo in compagnia. Parlo di HOLLY perché è il rimedio della spontaneità che mi aiuta a contrastare in modo generico la noia, la confusione e la rassegnazione, non trascuriamolo.
 
Corporalmente, la confusione, la mancanza di chiarezza, nel senso WILD OAT è una emozione che si incarna nel fegato. Così come troviamo la noia nella milza e la rassegnazione come emozione cardiaca. A volte non mi sento sconfitto, non sono rassegnato ma il mio cuore lo esprime all'improvviso con sintomi (brachicardia, ipotensione, un'insufficienza coronarica, ecc.). Il corpo parla, racconta, tiene traccia e molte volte le emozioni non appaiono come tali, ma si manifestano come sintomi corporei o sintomi legati alla relazione.
Quando ci troviamo davanti ad una persona e vogliamo fare un’indagine floreale chiara, osserviamo il corpo. Il corpo illumina ciò che a volte l’indagine floreale non ci permette di comprendere e guardiamo gli affetti, la famiglia, le relazioni, che ci permettono di illuminare quelle cose che non si vedono in altro modo.

 
Tratto da Conferencia Gratuita "Aburrimiento, confusión y resignación" con Eduardo Grecco    https://www.youtube.com/watch?v=I3ss3jB_7i4
Liberamente tradotto da Antonella Napoli - Le parti in neretto, i titoli e la formattazione e le immagini non sono dell'autore, ma le ho inserite per una più veloce e scorrevole lettura


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La floriterapia non è una terapia medica, non costituisce diagnosi e cura medica e non la sostituisce in alcun modo. Le essenze floreali non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull'organismo, ma agiscono solo sugli stati d'animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive. Tutti gli esperimenti di autocura, interruzione o di riduzione arbitraria del dosaggio di farmaci prescritti, condotti al di fuori del controllo medico, ricadono esclusivamente sotto la responsabilità di chi li effettua.
Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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