Olive alcune riflessioni (Eduardo H. Grecco) - Fiori per l'anima

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Antonella Napoli
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Olive alcune riflessioni (Eduardo H. Grecco)

macrolibrarsi un circuito per lettori senza limiti


E siamo arrivati al gruppo degli ultimi Tre Aiuti. Iniziamo da Olive sempre attraverso le parole e riflessioni che il dr. Grecco ha pubblicato sul suo profilo Facebook ed io ho raccolto e tradotto. Stimoli e spunti per approfondire, riflettere e scoprire aspetti di questa essenza.

Quello che è emerso l'ho diviso in varie parti, cercando di darne un titolo che ne riassumesse il contenuto. Cliccando sul titolo potete andare a leggere direttamente la parte di vostro interesse, oppure leggere tutto l'articolo scorrendolo di seguito. Buona lettura! Antonella Napoli


Riflessioni su Olive





La preparazione dei rimedi floreali (Olive)
OLIVE, è uno dei rimedi che non è preparato da Bach, ma chiede di farlo ad un amico. Ciò ha implicazioni più che significative che rafforzano, tra l'altro, il fatto che Bach  seguiva un certo piano nella costruzione del suo sistema e che, la conoscenza che offriva la Scienza della Segnatura non gli era indifferente, e configura uno strumento essenziale per la sua indagine clinica. Inoltre, smitizza alcuni fatti sull'elaborazione dei rimedi floreali, tema sul quale torneremo.
 
Forse il preparatore di questa essenza, seguendo le direttive di Bach, è stato Grant Alexander Greenham, cognome originario dei Regno Unito, come dell'Inghilterra, della Scozia, del Galles e dell'Irlanda. Il nostro Grant è nato nel 1869 a Trieste e ha risieduto molti anni in questa bella e incantevole città, situata a nord d'Italia sulle rive del Mar Adriatico, ma la sua morte avvenne a Londra nel 1944. Quest'uomo, la cui relazione con Bach mi risulta per il resto sconosciuta, a quanto pare, è stato anche chi preparò una delle prime tinture madri di VINE, probabilmente a partire da una varietà di "Refosco", antica famiglia di uve rosse nativa del territorio della Regione Friuli, conosciuto nell’antica Roma come "puccinum" e molto apprezzata per le sue proprietà medicinali. Giacomo Casanova, in "Storia della mia vita ", commenta "Il suo Refosco, che era meglio anche della mia devota padrona di casa, mi ha fatto dimenticare tutti i miei problemi”
 
L' altra tintura di VINE proviene da Minusio, una comune svizzero, del Canton Ticino, nel distretto di Locarno, fu opera di una donna, Gertrude Kern. Minusio è un bellissimo posto dove mi sono gustato, anni fa, una sorprendente pizza e un gustoso e forte vino rosso del paese. Sono andato lì a seguito di un riferimento di Jung, che cita Minusio come un luogo in cui attraversava il pellegrinaggio di giovani che andavano a Milano, in tempi medievali, per diventare soldati mercenari. Questo commento mi ha incuriosito e siccome ero relativamente vicino ho trascorso qualche giorno in zona. A poco più di 2 km da Minusio si trova Locarno, magnifica enclave con un paesaggio mozzafiato che si affaccia dove il Lago Maggiore dispiega la sua portata, dal lato delle PreAlpi alla Pianura Padana o valle del Po. Bach sarebbe stato felice percorrendo questa geografia carica di bellezza e memoria. O almeno così immagino.
 
Ma torniamo a Trieste, dove è stato preparato OLIVE per la prima volta come rimedio floreale. L' Ulivo e i suoi prodotti svolgono un ruolo importante in questa zona. Infatti ogni anno si svolge in città una fiera internazionale dell'Ulivo, che affonda le sue radici in feste molto antiche legate a tradizioni ancestrali, alcune cariche di profondi significati alchemici. Bach, sicuramente, non ignoravo questo fatto e lo usò per la scelta del luogo dove elaborare questo Aiuto. È chiaro, in questa lettura, che più importante del preparatore, è il luogo in cui si forgia l'essenza. E non mi riferisco a un luogo specifico e unico, ma a un territorio favorevole, dotato di proprietà adeguate, dovunque si trovi (…)
  
Abbiamo già sottolineato che Bach  non ha preparato da solo OLIVE e che lo stesso è accaduto con VINE. Nora Weeks lo racconta nel suo libro "Le scoperte del dott. Edward Bach" ma non indica le conseguenze di tale scelta. Abbiamo detto che implica, per esempio, che Bach avesse un certo piano di ricerca di ciascuno dei rimedi e che, pur avendo un margine di esplorazione aperto, come dimostrano dai tre fiori che poi ha escluso dal sistema, è evidente che seguiva un percorso precedentemente tracciato.
  
D' altra parte, è evidente che ogni persona seguendo il metodo giusto e identificando la specie botanica precisa, è in grado di produrre essenze floreali. Non è richiesta alcuna illuminazione particolare né sono collegati a piani sottili né a maestri ascesi, né bisogna smettere di mangiare carne e privarsi del sesso. Occorre, avvicinarsi alla pianta giusta, situata nel posto giusto e procedere, passo dopo passo, secondo le regole del metodo di preparazione che si è dimostrato efficace.
 
Quando parlo di posto giusto non intendo un luogo unico. I luoghi specifici in cui Bach preparava i suoi rimedi non li conosciamo e la maggior parte, sicuramente, non esistono più a causa dell’avanzamento delle città o di altre circostanze. Tuttavia, l'autentico non risiede nelle mani del preparatore o del luogo originario, ma nella pianta corretta appartenente ad un habitat sano, ed elaborata secondo le procedure stabilite dal dott. Bach o da altre metodologie alchemiche supportate dall'esperienza e dalla tradizione.
 
Ci si può chiedersi perché Bach  sceglie OLIVE, VINE e WILD OAT per includere questi fiori nel suo sistema. Indipendentemente dalla situazione personale di Bach che lo ha portato a quella scelta, egli aveva già preparato le quattro essenze che rappresentano ciascuno dei quattro elementi della natura ma, anche, della massoneria (Compasso, Livella, Filo a Piombo e Squadra). Ora Bach dà un salto dalla natura alla cultura, dagli elementi ai tre processi alchemici (Zolfo, Mercurio, Sale) e ai tre strumenti massoniche (Maglio, Scalpello e Regolo).
 






Gli ultimi 3 Aiuti. Andare avanti
È interessante vedere come Bach lavora sugli ultimi tre Aiuti come se mantenessero una profonda reciprocità ed interazione tra di loro. Ed effettivamente ce l'hanno. Per tenerci sul terreno di OLIVE, la storia dell'olio dal frutto di questo albero, per esempio, è collegata ad una parte significativa della cultura mediterranea, che non può separare l'evoluzione dall'agricoltura, così come la storia del vino e del pane. I tre prodotti si trasformano quindi in potenti emblemi della tradizione mediterranea alla quale siamo legati noi, tanto quanto lo era Bach.
  
Se lo consideriamo ora dalla prospettiva floreale, anche se torneremo più tardi su questo punto, riflettiamo per un momento, a partire dallo schema di Bach, del 1935, in cui associa OLIVE, VINE e WILD OAT. In questo schema, Bach, palesa la convergenza di OLIVE (principio femminile, materno, ricettivo) e VINE (principio maschile, attivo, spirituale) in WILD OAT. L' olio e il vino, realizzano la loro unione interiore nella farina. La trasformazione dell'esilio in una casa. La morte dell'oliva, che rappresenta la carne e la coscienza, e quella dell'uva, che rappresenta lo Spirito e l'ombra, che si consumano per dare luogo alla rinascita di entrambe le forze nel grano, che si trasforma in farina, simbolo dell'anima incarnata, dell'unione della carne e dell'anima, in breve, del Centauro come simbolo dell'unione degli opposti e della doppia natura, umana e divina, degli esseri umani.
  
C' è un dettaglio iniziale su OLIVE, che annota Nora Weeks, che ritengo importante per la comprensione di questo rimedio. Lei afferma che si tratta di persone che vivono la vita pienamente ma che "... sono così esauste e indebolite dalle loro esperienze e sofferenze che non hanno la forza di andare avanti. Bach ha scoperto che il fiore dell'ulivo (OLIVE) contiene la vita, il calore e la forza necessarie per reintegrare l'energia di queste persone e restituire la loro salute." (Nora Weeks)
 
Mentre in ROCK WATER la stanchezza è frutto dello sforzo di sconfiggere le tentazioni e voler essere perfetti, in OLIVE l'esaurimento è il prodotto del vivere la vita "al massimo". Sembra che, nel primo la perdita di energia sia una conseguenza della lotta interna e della repressione, mentre, nell'altro, la causa sembra poggiare sull'eccesso, sullo spreco. Ma, in entrambi i casi, è possibile avvertire che ciò che è in sospeso è la questione di andare avanti. Come se fosse questo il tema della preoccupazione di Bach di quel tempo: come andare avanti? Ma cosa significa andare avanti nello sguardo di Bach? Avanzare, progredire, trionfare, raggiungere obiettivi? Con quali metodi? Questo significa che è proibito arrendersi?

Andare avanti implica l'esistenza di un ostacolo che impedisce o ritarda il progresso e che è necessario superare. Non lasciarsi sopraffare. In VINE il tema è il potere, mentre, in WILD OAT, l'indecisione. Nel caso di OLIVE l'esaurimento è la disgrazia. E quale migliore forza dell'amore per lasciarsi alle spalle queste avversità e rigenerare l'energia consumata? Vi lascio solo il compito di immaginare, per un momento, OLIVE come l'energia Venusiana dell'amore.








Olive nelle parole di Bach
Nel testo di "I Dodici Guaritori ed i sette Aiuti”, Bach osserva che OLIVE è un rimedio: “Per coloro che sono pallidi, esausti e logori, forse dopo molta preoccupazione, malattia e affanno o dopo un lungo sforzo. In ogni caso sono molto stanchi e hanno la sensazione di non avere più le forze per continuare a lottare; in certi casi non sanno più come andare avanti. Possono dipendere grandemente dagli altri. In certuni la pelle è molto secca e potrebbe essere rugosa” Successivamente, nel 1936 commenta, in "I dodici Guaritori e altri rimedi ": " Per coloro che hanno molto sofferto sia nel corpo che nella mente e sono così stanchi, così esausti che sentono di non essere più in grado di compiere alcuno sforzo. La vita quotidiana diventa solo una dura fatica, priva di ogni piacere.”
 
Analizziamo quello che Bach dispone con alcuni raggruppamenti.
  • Presentazione fisica: pallidi, esausti, spossati, e in alcuni, pelle secca e rugosa.
  • Cause del quadro: molta preoccupazione, malattia, afflizione, lungo sforzo. Aver dato troppo
  • Tipologia di stanchezza: in tutti gli aspetti, sentono come se non avessero più forze per continuare a lottare, a volte non sanno come andare avanti.
  • Tratti di personalità: dipendono molto dall'aiuto degli altri, la vita quotidiana è un duro lavoro e non fornisce loro alcun piacere, esausti, stanchi.
  • Struttura: esaurimento a tutti i livelli
  • Natura dell'azione del rimedio: rigenerazione, resurrezione.
  • Lezione: saper usare la fonte illimitata di energia che proviene dall'anima e imparare a fare senza esaurirsi         
 
Qui abbiamo il quadro generale di OLIVE, ma dobbiamo capire la sua dinamica interiore.
 






Quando manca il desiderio di vivere. La depressione (Olive)
L' Ulivo, in Grecia, simboleggiava tra le altre cose, la pace e la prosperità. Ma il suo significato principale era legato alla resurrezione e alla speranza.
  
C' è, al riguardo, una storia interessante che racconta come, dopo l'incendio di Atene, provocato da Serse, re persiano, nel V secolo a.C., il centenario e sacro ulivo di Atene, che si trovava all'interno dell'Acropoli era rimasto carbonizzato. Quando i greci tornarono in città, l'ulivo era cresciuto di un cubito. Tale cronaca rende conto non necessariamente di un episodio storico, ma di un'allegoria che rappresenta la rigenerazione e il rinnovamento possibile, di fronte alla disgrazia e all’infortunio che offre l'energia dell'ulivo. E senza dubbio, in questa arena di implicazioni simboliche, è descritta la centralità di OLIVE come rimedio a cui bisognerebbe collegare il tema della fertilità per sottolineare ulteriormente la sua natura femminile.
 
Rigenerazione della vitalità è un termine sinonimo di resurrezione e, l'associazione che Bach stabilisce tra OAK e GORSE con OLIVE, due rimedi che mancano di speranza, e che la loro assunzione la rinnova, mostrano quest'altro aspetto di OLIVE che Bach riteneva opportuno: rinverdire la fiducia, l’incoraggiamento, la capacità di attesa. Così, come il frutto floreale dell'ulivo fa risorgere la personalità (corpo e psiche), quello della vite, lo fa con l'anima. Entrambi i risvegli sono necessari perché l’unione di personalità e anima non sono casuali ma imposizioni dell'esistenza, qualcosa di inevitabile e ineludibile per il processo evolutivo degli esseri umani.
 
Talvolta molte persone attraversano zone di disperazione, torpore, debolezza e stanchezza estrema, dove la loro capacità di credere in una redenzione della loro vita o della loro situazione, delle loro relazioni o dei loro affetti, sembra nulla. Tuttavia, OLIVE offre una risposta tempestiva per proseguire il cammino. Anche dopo la devastazione, OLIVE celebra la possibilità di ricostruire e restituire la vita. Ecco perché è uno dei grandi rimedi per gli stati depressivi e la mancanza di voglia di vivere.
 
  
"Spero che queste righe rispondano alle tue preoccupazioni sull'azione di OLIVE nella depressione. Mi dici che sei lacerata dalla depressione e che questa malattia "ti consuma l'energia". Voglio stare con questa frase, presa dalle tue lettere, che mi sembra essere il nocciolo del tuo problema.
  
La depressione è un messaggio, come lo sono tutti i sintomi che mordono il corpo e l'anima. E, questo segnale, è un'indicazione che c'è qualcosa in te, nella tua vita e nelle tue relazioni, che non va nella giusta direzione, che consiste nel percorrere il sentiero che ti porta alla gioia. In qualche modo, la depressione, è una rivelazione della tua anima per la tua coscienza, in cui ti dice che stai camminando verso la rovina. E te lo annuncia in questo modo, poichè tu non interrompi il tuo cammino per trasformare quello che devi cambiare e, la depressione, ha la capacità di farlo, di fermarti. Per questo, la tua energia è scesa al punto che quasi non riesci ad alzarti e occuparti del quotidiano.
  
La depressione ti ha messo in pausa, ti dà l'occasione di affrontare quello che devi affrontare e lasciare che il vuoto che provi si riempia di significato. Ora, in questo momento, hai lo spazio di cogliere l'occasione che la vita ti offre. È ora di smetterla di lamentarti e frustarti, e smetterla di sentire che la depressione è il tuo nemico. Certo che hai il diritto di pensare che invece di un avvertimento, la depressione sia una voce. E allora non dare retta a ciò che mormora anche se, in realtà, da quello che racconti, è già un grido. È nelle tue mani.
 
Non valutare quanto tempo ci vuole per farti uscire dal pozzo. L’importante è che non continui a scavare il buco in cui stai affondando. Decidi solo questo, accetta la richiesta della tua anima e il resto, ti assicuro, verrà "in aggiunta". E condivido, non lasciare da parte OLIVE, è un bravo aiutante, gentile e affettuoso, capace di farti recuperare le forze e la voglia di vivere.” Edoardo




 



Olive e il legame con l’amore . Il senso delle relazioni nella vita
Il legame con i sentimenti è qualcosa di essenziale in OLIVE, come il pensiero lo è in VINE. Le storie dei personaggi OLIVE, pieni di energia femminile, mostrano che il ruolo così significativo degli affetti nella loro vita, è il prodotto di uno sviluppo coltivato fin dall'infanzia in relazione alla figura materna. L'attaccamento materno attraversa tutta la sua esistenza e il suo mondo emotivo è tinto di questa circostanza. La sua mancanza di interesse per le circostanze attuali non è solo il frutto dell’abituale spossatezza in cui vive, ma gioca anche un ruolo importante una certa nostalgia di ieri, la maggior parte delle volte non evidente, ma non per questo meno reale.
  
La mancanza di amore materno non è un argomento insolito ma, OLIVE, possiede una condizione strutturante di valore singolare nella clinica. Un amore che, quando manca nella sua vita, conduce alla devitalizzazione.
Immagina, per un momento, che la mancanza di amore infantile, che si rivive nel presente, sia alla base del modello OLIVE, e continua a generare interessanti implicazioni per la clinica come, ad esempio, la sua reale capacità di guarire le ferite di abbandono e rifiuto prodotti nei bambini nei loro primi anni di vita. È interessante notare che, l'ulivo come albero esige, nel primo e secondo anno di vita, molte cure, che lo assistano con frequenza e costanza. Coincidenza o trasversalità dei modelli della segnatura e della funzione floreale?
  
Consideriamo gli adulti, portatori della corazza OLIVE, come persone rituali e devozionali, nelle quali la serenità, anticamera, a volte, della pigrizia, conduce progressivamente alla trasognatezza, senza considerare il bambino ferito che si nasconde dietro quell'Aiuto. OLIVE è un archetipo umano, non solo un rimedio per la stanchezza. Un archetipo animato dalla necessità di camminare lungo il sentiero del sentimento e della devozione, lasciarsi alle spalle le norme sociali, essere morbido e compassionevole e donarsi all'amore.
La conseguenza di collocare ciò che ognuno è, per il sentiero della "Beatitudine degli affetti " e della "devozione all'anima", come fa OLIVE, porta in modo naturale la persona ad aprirsi alla riscatto, a liberarsi dai vincoli e dalle illusioni che la allontano dalla gioia. Ecco perché, OLIVE, sana nelle coppie, l'incapacità di continuare a creare e aumenta il legame d'amore che li unisce. D'altra parte, li aiuta ad essere in grado di lasciare indietro l’attaccamento al potere e a "chi ha ragione". Inoltre, salva la relazione quando il matrimonio è diventato il rito funebre della coppia.
 
San Giovanni della croce ha dichiarato: "L' amore non stanca né si stanca" ma, aggiungo dal mio punto di vista, ci sono altre emozioni che stancano come l’invidia, la gelosia, la depressione. Che l'amore allontani la stanchezza e che l’assenza di amore la provochi, non smette di essere una rivelazione che mette in dubbio la frase carica di mancanza di speranza: “sono stanco di cercare l’amore”. Chi la dice, sarà stanco ma di qualcosa d’altro, perché l'amore nutre e se non nutre, forse, non è amore. Ma ciò che è certo è che l'amore è inaspettato, non dipende da un atto di volontà o di affermazione. Succede, accade, si scatena come il resto delle emozioni.
 
Non si sceglie di amare: l'amore ci assale. Allo stesso modo, le crisi con tante emozioni contrastanti, arrivano alla vita di una persona inaspettatamente. Non mi deprimo, né mi rallegro, quando lo decido io, né mi arrabbio né perdono per un atto di volontà. È normale che dopo questi processi turbolenti l'organismo sia esausto, abbattuto nel vuoto dell'energia dissipata. Come ripristinare quella porzione persa? Come ripristinare la vitalità intaccata? Magari l'amore è una risposta e anche OLIVE, un rimedio che lavora a due livelli: rigenerare l'energia e aprirci all'amore.
  
Ogni relazione è unica e singolare e, indipendentemente da quanta esperienza o conoscenza abbiamo, non si può mai anticipare l'esito di un incontro. E, quando si tenta di farlo, ti lasci vincere dal desiderio di controllo e non dai bisogni dell'anima. A volte giudichiamo un legame senza tener conto delle realtà profonde della vita, come il fatto che non sempre le relazioni più profonde e trasformative sono le più salutari, meno confuse o più serene.
  
È un paradosso? Certo, ma le relazioni d'amore sono piene di incongruenze, contraddizioni e eventi inaspettati per la ragione. Devono insegnarci a dire di no a tutto ciò che è passato, ragione, controllo, promesse e idealizzazioni. Il fatto è che le relazioni si intrecciano a livelli estranei alla coscienza e i loro collegamenti, anche se possono sembrare strani hanno sempre un senso che ci unisce al destino della nostra vita. E, il destino della nostra vita, non è quello  di riprodursi e sopravvivere, anche se per milioni di anni l'evoluzione ha preparato il cervello per aiutare le persone a questi compiti.
  
Se il destino della nostra vita, come lo vedo io, è vivere in relazione, bisogna imparare ad improvvisare ed essere creativi davanti alle imprevedibili richieste che ogni legame genera, imparare a dimenticare le nostre aspettative di sicurezza e di dominio e accettare il fatto che le relazioni sono quello che sono, con i loro intrichi, complicazioni, delusioni, unioni e separazioni.
Ringrazio ogni paziente con i suoi intricati legami, che mi faccia ricordare questa verità della vita, che il desiderio di conforto fa dimenticare.
 






Olive: le dodici fatiche di Ercole
È curioso come i miti riescano a illustrare i fatti clinici. Dopo tutto bisogna ricordare che Freud fonda la struttura della sua riflessione sulla psiche umana umana, sul mito di Edipo. C' è un racconto che narra che quando Eracle (l'Ercole Greco) era molto giovane, sia riuscito ad eliminare il Leone di Citerone. A tal fine, ha usato solo le sue mani e un paletto di legno di ulivo selvatico.
  
Questo atto identifica l'ulivo, simbolicamente, con i valori di forza e resistenza. Tuttavia, per quanto riguarda Eracle, ciò che lo ha fatto un personaggio famoso sono state le sue mitiche "Dodici Fatiche", commissionate dal cugino Euristeo. Durante queste “fatiche”, che tra l'altro rappresentano il percorso del Sole attraverso i dodici segni astrologici, si è servito di differenti armi, tra cui una mazza, che è uno dei suoi attributi più significativi.
  
Questa mazza era fatta con legno d'ulivo e aveva una specifica proprietà: se veniva inchiodata al pavimento iniziava a mettere radici fino a diventare albero. Interessante punto, perché, OLIVE dimostra di essere un importante rimedio per fornire radicamento, non solo a luoghi ma a persone, progetti, legami e abbracci. Ma ancora più suggestivo è il fatto che, questo emblema solare-VINE-maschile che è il personaggio di Eracle, abbia usato un distintivo lunare-OLIVE-Femminile, come il legno di un ulivo, come arma. Ancora una volta ci sorprende questa congiunzione di antagonismi che, anche, riassumono quello della vita e della morte.
  
La poetessa Mercedes Canalejas limita questo punto in alcuni versi di cui prendo solo un pezzo:
" e, con senso di pesantezza
e tristezza lo confesso,
non mi hanno mai dato un bacio
in mezzo ad un uliveto.
La sua terra mi potrà dare
il bacio definitivo,
se sotto ad un ulivo
mi potessero seppellire."
 
Il mio amico e maestro, Jabir Abu Omar - che Allah lo custodisca nel suo seno - sapeva benissimo questo, quando chiese di giacere sepolto sotto un uliveto.
 






Sette Aiuti, sette eccessi
Nel pensare ai sette Aiuti è possibile osservare in loro sette tipi di eccessi.
 
In OLIVE, avvisiamo la sua proverbiale tendenza ad una condizione di attività eccessiva che porta all'esaurimento. Tuttavia, Bach segnala un altro tema importante: "... hanno sofferto molto mentalmente o fisicamente ", e questo non cessa di essere un motivo cui si sentono esausti.
Una situazione del genere si lega a GORSE: "... è per coloro che hanno sofferto molto...". la differenza è che, in OLIVE, il soffrire conduce alla spossatezza mentre, in GORSE, alla disperazione.
 
OAK, precipita nella stanchezza per un eccesso di responsabilità ("... assume tutta la responsabilità...") e di lotta ("... si sforzano molto duramente; lottando per guarire. Si arrabbiano con loro stessi per essere malati, perché li impedisce di fare il loro lavoro..."), mentre, HEATHER "... eccedono nel loro desiderio di sollecitare coloro che amano. È uno stato di eccessiva preoccupazione per il benessere degli amici e conoscenti, e un tentativo energico di correggerli...".
 
Da parte sua, ROCK WATER si perde nel suo desiderio di perfezione, disciplina e restrizione: " Rinunceranno ad ogni cosa, per quanto piacevole, se pensa che non va bene; invece soffrirà di tutto se pensa che sia giusto.”. VINE, da parte sua, soffre di un eccesso di sicurezza che lo porta ad avere comportamenti severi e WILD OAT, sull'altra punta di ROCK WATER, "... desiderano avere molta esperienza e godere di tutto ciò che possono, che desiderano vivere la vita al massimo.".







Stabilità non è stare fermi
Oscar Wilde, con la sua profonda ironia ha scritto "C' è solo un modo per liberarsi della tentazione: cedere a lei". Questo messaggio non è privo di ragione e il suo insegnamento assomiglia, in gran parte, all'affermazione di Osho secondo cui nulla si può lasciare indietro se non si vive prima intensamente. E questo è da ricordare a coloro che immaginano la stabilità come la gioia di non salire o scendere, senza rendersi conto che tale stato è simile a quello che accade ai i monumenti di cavalli in piazza: non ti portano da nessuna parte.
 
La vita è un ciclo che non cerca di essere stabile e non cerca di evadere, ma di essere un meraviglioso gioco di viavai, di andare e venire, di rimanere in movimento, di avere un asse intorno al quale girare. Fare un elogio alla stabilità fine se stessa, non basta. L' equilibrio richiede qualcosa di più della consistenza della permanenza, richiede l'oscillazione proporzionata della vita. Ma la vita ha anche eccessi: uragano, tsunami, guerre, crisi... quello, tuttavia, non è tutta la vita, come altrettanto la vita non è un morbido tremolio.
 
A volte bisogna imparare a cedere a ciò che proviamo per poter essere liberi dalla pressione di un affetto che schiavizza. A volte resistere aumenta la tensione e quando la diga si rompe appaiono gli eccessi distruttivi. Bisogna quindi essere consapevoli che non sempre gli eccessi sono una squadra di demolizione attiva, ma un modo in cui la vita transita. Se integriamo gli eccessi e gli diamo un significato, magari operano a favore del nostro equilibrio e della nostra felicità. Tuttavia, la sovrabbondanza di sforzo che OLIVE fa uscire, va nella direzione di assicurare la sua infelicità e la spossatezza a cui arriva, un modo per giustificare la sua paura di vivere pienamente il piacere, che è per lui, frutto proibito.







L’eccesso compensato
Nel Buddismo si parla solitamente dell'esistenza di tre eccessi. Il primo, è quello dell'armatura, che si riassume nel fatto che, qualunque cosa accada, quando arriva l'avversità, la persona conserva la determinazione di seguire il suo cammino, perseverando nel suo lavoro, sforzandosi di più, nel miglior stile OAK. Il secondo, è l'avvio entusiasta di accumulare virtù in modo che gli altri possono ammirare, come accade in ROCK WATER. E, il terzo, l'eccesso di dare beneficio agli altri, di occuparsi molto degli altri, a cui è possibile legare HEATHER . È assolutamente possibile individuare i vari rimedi floreali di Bach in una di queste alternative anche se la clinica ci apre nuovi spiragli, al di là del Buddismo, come ad esempio l'eccesso di piacere. Ma è utile prima di andare avanti chiederci: cos'è l'eccesso?

L' eccesso è utilizzato per riferirsi ad un comportamento che supera i limiti di ciò che è inteso come corretto, ammissibile, lecito o equilibrato. In un certo senso è una sproporzione che spesso provoca danni a se stessi o ad altre persone. I peccati capitali sono eccessi e, giustamente, sono nati per regolare le relazioni tra gli esseri umani per evitare che il mio eccesso, porti carenza ad un altro. Ora, la clinica insegna che ogni volta che c'è un straripamento, un'esagerazione in una certa direzione, c'è qualcosa che si tenta di compensare con un altro comportamento opposto.
  
Così, per esempio, ROCK WATER cerca di controllare la sua paura di dissolutezza con la sua rigidità e severità, come OAK la colpa per l'avarizia con la sua eccessiva responsabilità, o HEATHER la sua mancanza affettiva con il suo blaterare incessante. Ora, cosa sta cercando di compensare OLIVE con la sua eccessiva attività che lo conduce all'esaurimento? Forse il desiderio profondo di non fare nulla, di abbandonarsi alla pigrizia, che Jung indica come la passione suprema dell'uomo. È un’opinione vera per OLIVE? Nella mia esperienza clinica lo è. Una volta hanno chiesto a Jorge Luis Borges come si rapportasse con la pigrizia e ha risposto con il suo solito stile di sottile controsenso: "Credo di aver lavorato tanto perché sono molto pigro".
  
Quando si prova un grande dolore, e bisogna allontanarlo dalla propria coscienza, la personalità tende a sviluppare un metodo che consiste nel creare un altro se stesso, in realtà un "Falso Sè", a cui delegare la responsabilità di soffrire invece di farlo lei. E la persona si abitua tanto a quell'armatura non autentica, che arriva ad assumerla come se fosse la sua vera identità. Questa è parte della ragione dell'esistenza degli Aiuti, nella costruzione clinica di Bach, e nella dinamica interna degli esseri umani.
 
Nel caso di OLIVE, la maschera dell'esaurimento civetta, con una certa sfacciataggine, con la noia, inattività, pigrizia, inerzia e anche con la svogliatezza del lassismo. È vero che è giustificato dall’esaurimento, frutto dell’eccesso dell'azione, ma non per questo, meno occultato. E, come singolare curiosità, a volte per OLIVE, è usuale essere solenne, un comportamento che diventa la fase precedente alla caduta nella trasognatezza. In questo senso e se prendiamo lo schema delle due liste di Bach possiamo seguire il filo di OLIVE a OAK, e il sua proverbiale attaccamento a ciò che è cerimonioso e formale, per finire nella trasognatezza di CLEMATIS.
 
Quale logica clinica c’è dietro tutto questo? Nel Movimento dell'avventura della vita, per evitare di cadere nell'immobilismo, le persone devono riuscire a trovare un legame profondo con le aspirazioni, inclinazioni e luminosità dell'anima. Altrimenti, finirebbero per cadere nel burrone della stagnazione. Tuttavia, l'eccesso di movimento non è l'opposto del blocco e dell'arresto, ma un altro modo polare della stessa cosa. Non si vive la vita né nella stagnazione e passività, né nell'eccesso di sollecitudine.
 
Così, l'enorme e opulento mettere in moto di OLIVE, che lo porta all'esaurimento, non è sempre spinto dalla sua anima ma, anche, da altri motivi come stress, ansia, incapacità di mettersi limiti, paura del piacere o, addirittura, squilibrio tra cervello e cuore. Osserviamo la clinica e vediamo per quanti di questi sintomi OLIVE dona sollievo.







L’Ulivo nella mitologia
L' Ulivo era considerato un albero sacro per i greci e questo fatto ne fece motivo di frequente offerta dei mortali verso gli dei. Tale circostanza appare messa in scena in numerosi racconti come, per esempio, nel mito di Teseo che narra che questo eroe, prima di iniziare il suo viaggio a Creta e al Labirinto, ha fatto un'offerta ad Apollo consistente in un ramo dell'Ulivo Sacro dell'Acropoli di Atene. All’opposto a questo voto propiziatorio si trova quello di Oreste che, davanti allo stesso Apollo, implora il perdono dei suoi crimini, dopo aver ucciso sua madre e l'amante di lei, e offrendo per quel motivo un ramo d'ulivo. Interessante convergenza di intrecci simbolici in cui, l'ulivo, è presente sia al servizio di richiesta di protezione per un'avventura, sia per l'espiazione di un peccato.
 
D’altra parte, nell'antica Grecia, l'ulivo era anche collegato a cerimonie religiose e competizioni sportive o di natura più culturale. In questo senso, era comune premiare i vincitori delle manifestazioni con corone di rami d'ulivo e vedere nelle processioni religiose o sociali i cittadini che portavano rami d'ulivo. Così, per esempio, nei giochi di Olimpia, una corona intrecciata di rami di ulivi selvatici era la ricompensa. Quindi, l'ulivo sembra essere un simbolo identificato con la vittoria.
 
Tuttavia, non è questo tutto l'universo simbolico dell'ulivo. I rami d'ulivo si mettevano anche sulle porte principali delle case come segno di protezione contro le energie negative che sarebbero potute provenire dall'esterno.
Nello stesso modo l'ulivo si collegava alla rigenerazione, resurrezione, forza, vittoria, resistenza e sacralità, si attribuiva anche poteri legati alla fertilità, in tutti i sensi: umana, della terra, della creatività...
L' esperienza della clinica insegna quanto questo sia presente in OLIVE. Vale la pena non lasciare nulla di tutto ciò per aiutare le persone imprigionate emotivamente in un settore di morte, debolezza, sconfitta, fragilità, sterilità o senza fede in una dimensione spirituale dell'esistenza.
  
Esplorando i miti iniziatici collegati ai riti misterici, come quelli degli Eleusi, si avverte che essi sono strettamente legati con l'archetipo della morte e della resurrezione. La rigenerazione della carne, gestita dalla forza femminile lunare OLIVE, e quella dello Spirito, provocata dall'energia maschile solare VINE. Così, per continuare con il filo del simbolismo, l’uva, l’oliva e il grano devono morire prima come tali, per rinascere come vino, olio e farina. E devono soccombere a pezzi, strappati e smembrati, allo stesso modo in cui sono morti gli archetipi Gesù, Adone, Actis, Osiride o Dionisio che sono anche resuscitati. Ma prima di rigenerarsi, scesero precedentemente nel mondo di Ade, il mondo degli inferi, un luogo geografico nei sotterranei dei templi greci, dove accadevano le iniziazioni.
 
Questo piccolo pezzo di ricordo mitologico non è vano. È l’allegoria dell'esperienza del viaggio della coscienza verso la ricerca della scoperta dei segreti del labirinto dell'inconscio, un percorso che può essere guidato, amorevolmente, da OLIVE. La sua essenza ci fa scivolare nelle profondità della nostra ombra per tornare alla luce restaurati dall'energia che è ospitata nella "... nostra sorella dell'oscurità " (Jung). Un viaggio, sicuramente iniziatico, accompagnati e protetti da OLIVE, che insegna che la morte non è tale, che si resuscita sempre, che ci salva dalla disperazione per la fede, la libertà creatrice per eccellenza. In questo senso varrebbe la pena di esplorare il fatto che il "divenire" è una caratteristica essenziale di OLIVE, tanto quanto della luna, e che, come sottolinea Plutarco, esiste, in greco, una stretta relazione tra le parole morire e iniziare processi da cui né la luna né l'ulivo sono estranei.
  
Il rapporto tra Luna e Olivo, che non si riduce ad un legame simbolico e mitico, ma opera anche a livello clinico: rigenerazione, fertilità, femminilità... Il fatto che questi tre attributi siano, al stesso tempo, parte della forza della Luna e di OLIVE, non è una coincidenza fortuita, ma riflesso di un intreccio di relazioni sistemiche dello Spirito umano, dove, in spazi diversi, si ripetono termini equivalenti e funzioni simili. Forse, se volessimo riassumere l'essenza delle manifestazioni di OLIVE basterebbe rendere evidente la sua allusione alla vita che si ripete più e più volte, premendo ritmicamente, rigenerandosi in modo inesauribile, dando alla persona la certa speranza di rinascere.
Ho nel mio studio, da anni, un'immagine fotografica di un vecchio ulivo di cui spicca la figura davanti all’oscurità del cielo notturno al momento della luna nuova. Tale rappresentazione grafica mi ricorda l’inquietudine immensa di ricreazione, ristrutturazione e redenzione che incoraggia l'anima degli esseri umani. È possibile che, così come VINE ha sete di giustizia e WILD OAT appetito di esperienze, OLIVE li accompagna con un veemente desiderio di rinascita e resurrezione. Per cui, prima di tutto, bisogna morire, "sfibrarsi". Eppure in ciò la visione che si ha della morte è che è un altro modo di vivere. Non per niente una Dea Lunare in Grecia, chiamata Ecate, a sua volta era la divinità delle tenebre e del transito dell'anima attraverso l'ombra. E del pianto della luna.
  
È molto probabile che un fattore rilevante del linguaggio umano sia la sua capacità di stabilire uno scambio che soddisfi il compito di creare e rafforzare la comunità e dare un senso di appartenenza ai membri che la compongono. È  interessante notare che gran parte di ciò di cui parliamo quotidianamente manca di funzionalità pratica, si configura come un inutile blaterare a fini produttivi ma serve all'importante lavoro di fondare legami di fiducia tra gli esseri umani.
  
Forse è una curiosità il fatto di vedere come VINE aumenta il linguaggio cognitivo nelle persone, mentre OLIVE il suo svolgersi affettivo. Ma è proprio quest'ultimo modo del "dire", lontano dall'intelletto e dall'operatività, che favorisce il legame tra le varie persone e le loro destinazioni, la forza che riesce a riunire notevoli diversi in un'impresa comune. È questo esprimere ciò che forma trama, che tesse fili in una rete sottile ma non per questo meno forte di qualsiasi altro materiale. Questa rete sono le relazioni e questo ci pone al punto di salvare OLIVE come un rimedio guaritore delle relazioni impoverite quando in esse già manca di interesse, passione e ascolto e da visualizzare, anche come un archetipo che lo simboleggia, quello dei "Tessitori".
  
Amo la mitologia per molte ragioni. Una di queste è che i miti sono stati, nella storia dell'evoluzione dell'umanità la forza che ha permesso di cooperare e di forgiare destini condivisi. Persone completamente estranee, una delle altre, si intrecciano formando tribù, nazioni, chiese a partire dalla compartecipazione di miti in comune. Miti che possiedono una realtà che non si basa su nient’altro che l'immaginazione collettiva archetipica, di cui tanto ci ha parlato Jung. È come se la finzione (e non uso questo termine in modo dispregiativo ma come riferimento alla capacità umana di creare realtà) fosse un'energia utile ad unire, in modo inconscio, volontà in progetti collettivi.
 
OLIVE conserva quella memoria legante del fermento alchemico femminile. Diamo un esempio mitico. Omero, lo fa raccontare ad Ulisse, nell'Odissea, come ha costruito il letto nuziale per Penelope in un tronco d'ulivo cresciuto fino a trasformarsi in un letto raffinato che occupava il centro della camera matrimoniale. Lì, in quel letto-Ulivo lo maschile e femminile, sole e luna, rappresentati da Ulisse e Penelope, festeggiano l'unificazione il "matrimonio mistico",  o coniunctio, "congiunzione" di luci o il principio, ancora più universale della “concordia oppositorum”, l’armonia degli opposti, in nulla lontano all'interazione yin e yang o yab-yum del Buddismo tantrico.
  
Forse questa è una metafora significativa dell'azione unificatrice nello spirito umano, di OLIVE. Confrontiamo: VINE analizza, taglia, limita, struttura, rimane, mentre OLIVE sintetizza, giunta, dilata, muove, cambia. I processi della vita comportano la convergenza di queste due dimensioni dell'esistenza. In qualche modo, OLIVE allude alla grammatica della vita mentre VINE occupa il suo lato pragmatico (realizzazione). Ma, in questo quadro, tocca a WILD OAT essere la semantica del linguaggio dell'evoluzione, il Sale alchemico.
  
Il cammino di vita di ognuno, il percorso dell'eroe, è imprevisto e, il suo destino, è fuori dalla portata della ragione e della coscienza. Questo fatto di dover camminare per un sentiero imprevedibile, estraneo a qualsiasi possibilità di controllo da parte dell’Io, è ciò che rende il viaggio un'avventura, come descritto da Bach in un paragrafo del capitolo settimo di “Guarisci te stesso” che, tra l’altro anticipa la scoperta di WILD ROSE.
  
“La rassegnazione, che ci fa diventare dei passeggeri passivi lungo il cammino della vita, spalanca la porta ad indicibili influenze avverse che non avrebbero mai avuto la possibilità di presentarsi se nella nostra quotidiana esistenza, in noi prevalessero spirito di avventura e gioia. Qualunque possa essere la nostra condizione, sia di lavoratori in una città brulicante di esseri umani oppure di pastore solitario sulle colline, sforziamoci di trasformare la monotonia in interesse, il dovere noioso in una felice opportunità di esperienza e la vita di tutti i giorni in un intenso studio dell’umanità e delle grandi leggi fondamentali dell’Universo. In ogni luogo ci sono sempre ampie possibilità di osservare le leggi della Creazione, sia in solitudine sulle montagne e nelle valli, che in mezzo ad altri esseri umani. Prima di tutto trasformiamo la vita in un’avventura che assorba il nostro interesse, dove la noia non troverà più spazio. E, grazie a questa acquisita consapevolezza, cerchiamo poi di  mettere in armonia la nostra mente con la nostra Anima con la grande Unità della creazione di Dio” (Edward Bach)
 
Questo viaggio è un processo dove la morte ci aspetta in ogni tratto perché l’intero percorso è una permanente iniziazione, una continua trasformazione. Una trasformazione progressiva che non consiste in niente altro che la nascita del divino nell'uomo, esperienza dell'epidemia del "Fiore d'oro" o la "trasmutazione del piombo in oro" o "l’Alba filosofica", per citare uno dei nomi che riceve l'obiettivo di questo processo, e che fa parte del lavoro di OLIVE.
  
Il sentiero dell'eroe, cammino alchemico, percorso di evoluzione, individuazione, "trasformare i difetti in virtù", si fonda nel cedere "il passo" con il quale si sviluppa un cambiamento ontologico radicale: morire per risorgere. A questo punto, non si tratta di farlo in un modo qualunque, ma in modo particolare: misterico e rituale. Ciò significa che si cerca di imparare la trasmissione della conoscenza attraverso l'esperienza rituale e non attraverso la parola e la ragione. Bisogna tenere presente che mentre il mito permette l'immersione della coscienza nell'ombra, il rito lega l'anima con la personalità, in modo che in questo procedere cerimoniale di morte e resurrezione si sistemano le dissociazioni proprie dell'origine del malessere umano: coscienza contro ombra, anima contro personalità.
 
Bach pone come primo rimedio degli ultimi diciannove CHERRY PLUM, essenza che si apre alla direzione intuitiva della vita e all'inizio del ritorno a casa. La morte della ragione, la rinascita dell'intuizione. Ritorno a casa che può essere rappresentato dal mitico racconto dell'Odissea.
 





Odissea, il ritorno a casa (Olive)
L' Odissea è un testo che mostra, in modo tangibile, il ritorno della Dea, della forza femminile, dell'anima, della Luna. Parla del ritorno a casa e delle prove da superare per poter rinascere in corpo e spirito. È un libro di resurrezione e i vari passaggi che accadono a Ulisse nella sua avventura, possono concepirsi in relazione agli ultimi diciannove rimedi di Bach, così come, l'Iliade, è interessante collegarla ai primi diciannove.

Inoltre, in modo molto generale, e per continuare con la mitologia, l'Iliade si collega al fermento maschile-VINE e l'Odissea con il fermento femminile-OLIVE, mentre la convergenza di fermenti WILD OAT è rappresentata nell’Orestea.
Questo commento letterario non cerca solo di stabilire un confronto di rimedi floreali con tragedie greche. Al contrario, questa manifestazione dell'inconscio collettivo, tradotta in forma teatrale, indica una visione archetipica del mondo, proprio come risultano essere i 38 rimedi di Bach.
 
Torniamo ad OLIVE e al suo legame con l'Odissea. Voglio fermarmi per raccontare, secondo la mia percezione e ricordo, questo viaggio di Ulisse o Odisseo, dalla Troia distrutta ad Itaca, come un modello esemplare di questo processo che stiamo affrontando di riconciliazione con l'anima.
 
C' è un fatto poco evidenziato nei soliti racconti. Mi riferisco alla circostanza che, Odisseo, vuole tornare con sua moglie e alla sua casa. Questo ci parla ancora di come, per raggiungere la completezza, le energie maschili aspirano ad incontrarsi con le donne e, per farlo, devono superare le avversità e gli ostacoli, prove dell'anima, che si drammatizzano nel viaggio di ritorno a casa di Ulisse. Lo stesso, con il segno opposto, è esemplificato dal percorso di Medea da Giasone ad Achille, o per Psiche, dalla separazione dei suoi genitori, fino ad Eros.

Joseph Campbell esprime questa circostanza in un modo che merita di essere ripetuto. Dice: "Per come la vedo io, la missione di Ulisse ha l'obiettivo di tornare a casa in modo dignitoso, con Penelope, sua moglie, non con una bionda, non con qualcuno che è la vittima e il bottino di una guerra, ma con la sua donna. Una donna è la controparte dell'uomo, l'altra parte del mistero dell'androgino, in modo che Ulisse deve rendere conto del suo atteggiamento guerriero, che non contempla l'idea di dialogo tra i poteri maschili e femminili."
 
In questo modo, Campbell, pone l'Odissea come la narrazione di un'esperienza di iniziazione dell'uomo con il potere femminile.

Quando, molti anni fa, il testo di Campbell mi ha fatto aprire gli occhi, intorno a questa realtà, molte cose della mia storia hanno iniziato ad avere un senso. Mi sono reso conto che, come uomo, la sfida consiste nell'integrare l'anima che abita scissa all'interno di sé, e che, molte delle peripezie che accadono ai maschi con le donne, nel cammino della vita, sono in funzione di questa iniziazione. Attraverso questo cammino, l'universo femminile comincia a vedersi diversamente, ad assumere un'altra dimensione. Credo che questo è ciò che vive Ulisse nel suo lungo viaggio di ritorno a Itaca
 
Seguire il viaggio di Ulisse ci permetterà di imparare attraverso le prove da vivere, per integrare, in noi, il femminile, mercuriale, devozionale, OLIVE. Al di là del valore, di per sé, di questo apprendimento, il suo processo illustra la naturalezza di una delle voci del coro dell'ombra, che diventa sintomo, sogno e legame. In altre parole, ci permette di avanzare sull'intenzione di capire come la voce dell'inconscio diventa parola. Dopo tutto, siamo tutti Ulisse.
 
Ma torniamo alla costruzione mitica che stiamo portando avanti. Ulisse incarna il sole, il maschile, lo zolfo alchemico VINE, mentre Penelope la luna, il femminile, il mercurio alchemico OLIVE. Entrambi sono intrecciati da un mistero che avvolge la relazione maschile col femminile, il mistero WILD OAT.
 
Uno reclama l'altro per completare e questo si svolge in due gesti: Uilisse che lotta per tornare da Penelope e Penelope tessendo continua a giustificare la sua speranza di Ulisse. Ulisse assediato dai pericoli terreni, tutte quelle vicissitudini che accadono nel suo viaggio e Penelope, assediata da prìncipi pretendenti che giustificano il proprio atteggiamento, con la scusa che "non è bene che la regina sia sola, così non sopravviverà", preoccupazione che sembra quasi una minaccia.
 
Questo comportamento giustifica la determinazione di Ulisse di ucciderli tutti, come accade nel racconto omerico? Immagino ci siano motivi culturali e di altro tipo per questo, (ci sono episodi di ingiuria verso Ulisse da parte dei pretendenti) ma credo che in realtà sia una risorsa drammatica che cela una metafora: quando il sole appare nel cielo, le compagne della luna, le stelle, scompaiono, muoiono. Il sole è tornato, tutte le altre luci devono sparire.

Ma qual è il processo di questa fase finale del ritorno? Qui ci sono personaggi e luoghi pieni di significati simbolici che si sviluppano, curiosamente in dodici tappe. Così, come Ulisse parte nel suo viaggio di ritorno con dodici navi lo conclude in dodici tappe. Un'idea potrebbe essere confrontare questo fatto con i Dodici Guaritori che Bach stabilisce e con i Dodici Guaritori Evolutivi, o Guaritori specchio, nel mio linguaggio, che formula in modo molto suggestivo e profondo, il maestro Luis Jimenez.







Olive e la simbologia della croce
Qualche giorno fa parlando con qualcuno a cui sono legato affettivamente, la conversazione è andata su un ricordo sepolto nell'oblio. Qualche anno fa, dopo un viaggio di lavoro in Asturie e Galizia, sono andato a Lisbona con la particolare intenzione di assaporare le romantiche strade di Alfama, antico quartiere di pescatori, culla del Fado e luogo amato da Fernando Pessoa. Ricordo che camminando per quel delizioso labirinto di strette stradine ripide, soffermandomi a respirare tra le facciate screpolate di case colme di storie e sentimenti, sentivo, forse, con un certo idealismo romantico, che era lì la vera essenza di Lisbona.
 
Mi sono immerso, per diversi giorni, in quel sogno di geografia urbana spirituale fino a quando, una mattina, non ho più presente i dettagli di come è stato il processo, sono salito su un autobus per la città di Porto, dove ho immaginato di restare per un po’. Da lì ho fatto una gita a Guimarães, che in Portogallo è indicato come la culla di questa nazione. Mi è ancora annebbiato il ricordo di quel viaggio, ma ciò che non è confuso è il fatto che, invece di tornare come avevo pensato a Porto quel pomeriggio, sono rimasto lì per diversi giorni. C'è stato qualcosa di affascinante che mi ha sedotto.
 
La prima cosa che viene alla mia memoria è la Chiesa di Nostra Signora de la Oliveira appartenente all’ex monastero e situata nel centro storico di Guimarães e che fa parte della tradizione del Cammino di Santiago e piazza De Oliveira, entrambi i luoghi con nomi associati all'Ulivo. Mi hanno raccontato la leggenda di un miracolo. Si racconta che in questa piazza, davanti alla Chiesa, c'era un ulivo secco. Nel 1342 (non pensate che la mia memoria sia così straordinaria, consultate un libro di viaggi *) sembra che sia stata installata una croce normanna e in quel momento l'ulivo secco rinacque e prosperò.
 
Non ho visto l'ulivo originale, che era stato rimosso anni prima della piazza, ma questa è la leggenda che ho sentito. Vi chiederete la ragione di questa storia e che legame specifico ha con OLIVE. Vedete, questo miracolo è stato attribuito alla Vergine e la cosa interessante è che la rinascita del secco e morto si unisce qui al femminile e al fiorire. Penso che sia una bella immagine dell'azione di OLIVE nella nostra vita: ci collega con il femminile e la manifestazione della vita.
 
 
* (NdR - Narra la leggenda che questo Largo debba il suo nome a un miracolo. Un ulivo, piantato di fronte alla Igreja de Santa Maria de Guimaraes, si era seccato. Nel 1342 ricominciò tuttavia a riavere foglie e frutti, quando Pero Esteves, un commerciante vimarense stabilitosi a Lisbona, ordinò di collocare in quel luogo una croce normanna. La notizia fu divulgata come un miracolo attribuito alla Santa Maria e da allora il largo fu denominato Largo da Oliveira. La Vergine prese il nome di Nossa Senhora da Oliveira e la chiesa quella di Igreja da Oliveira. L’ulivo rimase nella piazza fino al 1870, anno in cui, contro la volontà del popolo, fu rimosso. Soltanto nel 1985, anno dell'ultimo intervento nel largo, fu nuovamente collocato un ulivo nel suo sito originario. Sulla base di pietra dove è piantato sono incisi i tre anni più importanti della sua storia: 1342, 1870 e 1985. (tratto da: https://turistipercaso.it)
 

Parlavamo dell'installazione di una croce normanna nella "Piazza De Oliveira", nella città di Guimarães, Portogallo. La croce ha un simbolismo pieno di significati, su cui voglio soffermarmi.

La "Croce Patè" e la "Croce dalle Otto beatitudini" che ha profondi legami con il mondo arabo andaluso, ma entrambe hanno un'antica tradizione con i Templari, poiché, è possibile fare risalire il loro utilizzo alla cultura normanna. Un'estensione geografica molto ampia che copriva, ai tempi, le attuali regioni dell'Inghilterra, Scozia, Portogallo, nord della Spagna, Francia, Irlanda, Sicilia e poi, successivamente, degli stati crociati del Medio Oriente
 
La "Croce Patè" è molto singolare. Apre le sue estremità alle quattro direzioni (nord, sud, est e ovest), le quattro stagioni (primavera, estate, autunno e inverno), i quattro evangelisti (Matteo, Marco, Luca, Giovanni), e "tanti altri quattro" ma, in generale, le sue quattro braccia identiche simboleggiano i quattro elementi fondamentali della vita: aria, terra, fuoco e acqua. Pertanto, questa croce mantiene un significativo aspetto alchemico.



E, molto di più, poiché, è un equivalente della vecchia ruota druídica, il Crismón di otto raggi, un simbolo che evoca l'inizio e la fine dei tempi, l'archetipo di morte e resurrezione, insomma, l'idea dei cicli che si inscena, graficamente, con l'immagine del serpente che si morde la coda, una rappresentazione solare che ha una bella manifestazione nei rosoni delle Cattedrali e Chiese di origine Templare, nonché in numerose costruzioni arabe, in particolare durante il Califfato Di Cordoba.



È il simbolo dell’Uroboro, che come afferma Jung, è uno dei quattro simboli essenziali dell'Alchimia. È interessante il fatto che, a questa croce, data come emblema ai Cavalieri Templari, si attribuì il colore rosso, che se pur incarna il sangue versato da Gesù sulla croce, ci parla anche dell'energia della vita e che, allo stesso tempo, è un equivalente criptato del Leone Rosso o Pietra Filosofale dell'Alchimia. Che rapporto ha tutto questo con OLIVE? Approfondirò, ma anticipo: OLIVE è uno dei fermenti, il femminile, l’umido e lunare, della trasformazione evolutiva degli esseri umani.
 
 
L' altra croce normanna è quella delle Otto Beatitudini. Questa è una croce a otto punte, che al suo interno chiudeva un'altra più piccola del tipo Paté, con tre braccia rosse e la quarta dorata, che aveva, per i Templari, vari registri sia operativi che simbolici.


Da un lato, operativamente, fu usata come matrice di traduzione per la costruzione e la decodifica di un alfabeto segreto che serviva da comunicazione ai membri dell'Ordine e schema di riferimento per la pianta ottagonale delle cappelle di origine templare. Dall'altra, alludeva alle otto beatitudini che compongono un piano di vita da seguire: Avere la contentezza spirituale; Vivere senza malizia; Piangere i propri peccati; Umiliarsi agli insulti; Amare la giustizia; Essere misericordiosi; Essere sinceri e puliti di cuore; Sopportare con pazienza le persecuzioni.
  
Tutti questi comportamenti sembrano incoraggiare l'agire con dolcezza, senza asperità, limando le durezze e le aree conflittuali della vita, allontanando le persone dall’inclemenza, dall'austerità e dal rigore, offrendo ricettività, devozione e tolleranza. Riflettiamo nell’intimità su quante di queste "virtù" aiuta a sviluppare OLIVE e, in quale proporzione, OLIVE ci allontana dalla rigidità della struttura ROCK WATER, rimedio che lo precede nella sequenza Bachiana. È  come se dopo il severo puritanesimo aderissimo una singolare affetto amoroso.







Applicazioni e benefici di Olive
Abbiamo fatto un'escursione su OLIVE citando alcuni aspetti della sua struttura. Ma non abbiamo indagato su un aspetto essenziale di questa essenza, che è la luce. Non solo da una prospettiva simbolica, che si lega al perdono e alla pace, ma come un processo di trasformazione dell'energia per il rinnovamento della vita e per resistere alle disavventure dell'esistenza. È molto chiaro nello sguardo clinico come OLIVE porti tolleranza, pazienza, gentilezza, morbidezza, sensualità ed energia. Dove altre essenze sembrano fermare la loro azione OLIVE continua nutrendo senza arrendersi. Si può chiedere da dove trae OLIVE le scintille per andare avanti? Dalla luce dell'anima, la fonte inesauribile di energia.

Comunque, nonostante tutto ciò che ha detto fino a qui, è bello mettere nero su bianco alcune applicazioni e benefici di questo fiore. A tal fine, le parole del Maestro Raúl E. Pérez sono molto utili. Ecco il suo testo.
 
" OLIVE - Olivo (olea europaea)
Aspetti negativi e sintomi caratteristici
  • Estrema stanchezza per aver vissuto esperienze lunghe e dolorose.
  • Esaurimento dopo aver curato qualcuno per un lungo periodo.
  • Anemia.
  • Basso livello di ossigeno nel sangue.
  • Stanchezza intensa che non se ne va del tutto e limita rendendo la vita quotidiana un grande fardello.
  • Depressione dovuta all’esaurimento
  • Flusso normale di energia disturbato.
  • Stanchezza estrema fisica e mentale.
  • Funzionamento renale ridotto.
  • Hanno bisogno di dormire molto.
  • Non ci sono riserve energetiche (per questo non possono andare in vacanza per recuperare, cosa che HORNEBEAM può fare).
  • Per chi consuma troppo caffè, zucchero o stimolanti.
  • Rappresenta il limite. È un campanello d’allarme del corpo fisico per dire che non sta usando bene l'energia fisica, mentale o spirituale.
  • Totale esaurimento del corpo, della mente e dello Spirito.
                              
Aspetti positivi e applicazioni terapeutiche
  • Fornisce forza e vitalità.
  • In stato di equilibrio, si riferisce al principio di rigenerazione, pace e equilibrio ripristinato.
  • Energizza il sistema surrenale.
  • In uso esterno può essere incluso in una formula di crema per varici, per il suo apporto di energia alla funzione circolatorio. Con lo stesso criterio, per rafforzare l'azione di HORNEBEAM in creme che aiutano nella rivitalizzazione e trofismo dei tessuti o per migliorare la flaccidità.
  • È considerato il fiore con un massimo apporto di energia all'interno del sistema Bach, anche se naturalmente esistono altre essenze che possono essere associate per completare il proprio lavoro come CLEMATIS e CENTAURY  .
  • Ottimo per riprendersi in processi post-operatori o in casi di impegno fisico severo.
  • Per l'esaurimento contemporaneo che si presenta spesso quando si soffrono di malattie croniche o gravi che sovraccaricano fortemente l'organismo come: cancro, gravi depressioni, situazioni di stress cronico, ecc., associato ai fiori corrispondenti per trattare il quadro di fondo.
  • Può essere usato in casi di Aids (accanto a CRAB APPLE e Rescue Remedy).
  • Può essere utilizzato per prevenire esaurimento che può sopraggiungere in persone che, ad esempio, si prenderanno cura e accompagneranno malati gravi o terminali.
  • Ritempra le energie perse a causa di situazioni di eccessivo stress.
  • Anche per il recupero degli stati di alcolismo."                     
 
Unite a questo ciò che vi ho già condiviso, e avrete una visione di OLIVE abbastanza completa.
 



Scritti tratti da https://www.facebook.com/eduardohoracio.grecco   16/1/2018
Liberamente tradotto da Antonella Napoli - Le parti in neretto, i titoli e la formattazione e le immagini non sono dell'autore, ma le ho inserite per una più veloce e scorrevole lettura


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La floriterapia non è una terapia medica, non costituisce diagnosi e cura medica e non la sostituisce in alcun modo. Le essenze floreali non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull'organismo, ma agiscono solo sugli stati d'animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive. Tutti gli esperimenti di autocura, interruzione o di riduzione arbitraria del dosaggio di farmaci prescritti, condotti al di fuori del controllo medico, ricadono esclusivamente sotto la responsabilità di chi li effettua.
Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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