Vivendo il cambiamento in menopausa ovvero la floriterapia di Bach quale intervento equilibrante nel passaggio dall’exoterismo all'esoterismo femminile. (Maurizio Lupardini) *
INTRODUZIONE
La menopausa rappresenta il momento più evidente, in termini fenomenologici, della fase fisiologica della vita della donna denominata climaterio caratterizzata dall'insieme di modificazioni fisiche e psichiche che segnano il termine della capacità riproduttiva.
L'età di comparsa del periodo climaterico, preludio della menopausa, è notoriamente influenzata da fattori culturali, etnici, ereditari, nutrizionali e sociali (P.Pancheri, G.B., Cassano et al. 1999). Il miglioramento delle condizioni socio-economiche oltre ai progressi della medicina in ambito preventivo hanno portato ad un allungamento della vita media. Una parte sempre più ampia della popolazione femminile è al giorno d'oggi interessata alla gestione della fase menopausale come parte integrante e fisiologica della vita di una donna. Detto così la menopausa è un qualcosa che esiste, che può dar più o meno problemi e che la donna dovrà necessariamente gestire nel corso della sua vita. Ciò che non viene mai detto della menopausa è che essa non è solo un processo naturale e fisiologico bensì uno degli indicatori più importanti del grado di civiltà raggiunto da una società. Basti pensare, infatti, che mentre il 95% delle donne nei Paesi occidentali raggiunge la condizione di menopausa, tale percentuale scende drammaticamente in altri Paesi, arrivando in certi casi anche al di sotto del 50%, dove per situazioni di profondo disagio (es. guerre, malnutrizione, sfruttamento, discriminazione sessuale, etc.) l'aspettativa di vita si riduce.
MENOPAUSA QUALE CAMBIAMENTO
Ecco allora che già da queste prime battute che il termine meno-pausa assume tutto un altro significato. Esso diviene una "pausa", appunto, di riflessione che qualora ben inserito nel percorso di vita, consente alla donna di esprimere in maniera nuova la propria femminilità consapevole di aver raggiunto un traguardo che ancor oggi, come abbiano accennato, non è un diritto acquisito di tutte. E la consapevolezza di essere donna senza dover dimostrare di esserlo, è insomma un momento in cui, come recita il titolo del presente lavoro la donna passa da una femminilità exoterica (esteriorizzata, visibile, presente, comunicabile attraverso il corpo) ad una femminilità esoterica sicuramente più intima, personale, riflessiva ma non per questo minore in intensità e completezza.In alcuni casi è possibile che questo cambiamento non avvenga in maniera armonica nella persona creando uno stato di sofferenza a diverso grado di espressività a livello mentale e/o fisico.
Qualora emergano tali difficoltà è necessario innanzitutto favorire nella persona un cammino di riflessione che faciliti l'osservazione e la comprensione del vissuto che sta dietro all'insieme di sintomi contraddistinti con il termine scientifico di menopausa. Al di là del "sintomo" vi è infatti la persona con il suo mondo, con il suo personale ed unico disagio nel vivere tale nuova condizione espresso a livello comportamentale, psichico e corporeo.
L'INTERVENTO TERAPEUTICO IN FLORITERAPIA
In questo contesto, il disagio che può sperimentarsi durante il periodo peri e menopausale non deve, quindi, esser letto come un semplice accadimento indesiderato e nello stesso tempo ineluttabile. Senza dimenticare le basi fisiologiche dei sintomi che contraddistinguono tale periodo, è comunque corretto interpretare questi alla luce di come la donna li vive e li elabora, integrandoli nella sua personale esperienza. I sintomi assumono, quindi, l'identità di segni. A loro volta quest'ultimi divengono simboli che sono diretta espressione della disarmonia del complesso cambiamento delle modalità relazionali ed esistenziali della donna in questa fase della vita. In floriterapia è proprio grazie alla raccolta e la decodifica di questi simboli, considerati l'espressione a livello mentale e/o metacorporeo di come la persona vive il suo personale disagio, che viene orientata la prassi terapeutica.Ciò che alla persona viene proposto in floriterapia non è, infatti, la cura o la soppressione di un espressione fisiologica della femminilità, bensì il raggiungimento, laddove questo si renda necessario, di un nuovo equilibrio dinamico raggiunto grazie e per merito della crisi dovuta al cambiamento. L'attenzione prestata al paziente è verso lo specifico significato che esso dà al disagio, alla disarmonia che in quel momento avverte presente in lei. La menopausa in quanto fase naturale della vita può divenire disagio, squilibrio, malattia quando nella donna assistiamo ad una dicotomia dell'unità mente-corpo. In questa dicotomia come ci insegna il dott. Bach vi è un allontanamento fino, nei casi estremi, ad una vera e propria perdita di connessione/comunicazione tra le tre istanze presenti nell'individuo rappresentate dal Vero Sé, la Mente ed il Corpo.
Il processo di cura per il dott. E. Bach ha allora inizio proprio dal ripristino del dialogo interiore tra queste istanze che poi in ultima analisi altro non è che il riequilibrio, in termini attuali, del sistema Psico-Neuro-Endocrino-Immunitario della persona.
Favorendo un processo autoconoscitivo di se stessi e della distanza tra le manifestazioni esteriori della propria sofferenza ed il loro significato privato e personale è possibile orientare l'intervento terapeutico e la cura. Partendo solo dalla consapevolezza del proprio disagio è, infatti, possibile cercare e trovare dentro se stessi la chiave che apre la porta al sollievo della sofferenza.
Questo ampliamento del campo di coscienza favorito dall'azione dei fiori comporta non solo la riduzione/eliminazione dei sintomi grazie allo sviluppo "della virtù opposta" ma, anche e soprattutto un'opportunità di rinnovamento evolutivo.
MANIFESTAZIONI PSICOGENE IN MENOPAUSA ED INTERVENTO FLORITERAPICO
Partendo da queste basi verranno analizzate le reazioni psicogene che molto spesso si rendono manifeste in donne che hanno difficoltà ad integrare nel loro progetto di vita il periodo della menopausa e che schematicamente vengono di seguito riportate (Canestrari et al 1983):soluzione dismorfofobica;
soluzione depressiva;
soluzione persecutoria;
soluzione iperattiva;
soluzione psicosomatica.
Gli aggettivi utilizzati per definire le citate reazioni non vengono utilizzate per indicare una forma specifica di psicopatologia emergente quanto piuttosto un atteggiamento relazionale ed affettivo nei confronti del periodo preso in esame (Canestrari et al. 1983). Le diverse modalità con le quali la donna può esprimere un eventuale disagio in tale periodo, secondo i dati recenti della letteratura scientifica (P. Pancheri, G.B. Cassano 2000), sono collegabili ed in rapporto diretto con le qualità positive o negative delle esperienze relazionali primarie e di come sono stati affrontati e risolti i fisiologici cambiamenti psico e comportamentali nelle diverse fasi di sviluppo legate all'esser donna (menarca, pubertà, adolescenza, gravidanza, etc.).
Per questo in donne che giungono all'osservazione del medico per problemi legati alla menopausa è importante l'utilizzo di WALNUT. Questo fiore legato al cambiamento interviene a protezione nelle diverse fasi della vita. Come il frutto da cui si genera il Noce così Walnut protegge e tutela nei momenti in cui la persona sembra essere sola e più fragile dinanzi al mutamento. Walnut favorisce, come detto all'inizio del presente lavoro il passaggio da una femminilità exoterica ad una esoterica. Interviene nell'integrare nella propria esperienza di vita i cambiamenti ad essa collegati. Walnut fa si che la persona vada avanti per la sua strada senza interferenze estranee che conducono nello sconforto e nell'insicurezza. Qui di seguito verrà essenzialmente affrontata la soluzione dismorfofobica di seguito descritta.
(ndr: dismorfofobia parola derivante dal greco antico dis – morphé, forma distorta e φόβος, phobos = timore. E’ la fobia che nasce da una visione distorta che si ha del proprio aspetto esteriore, causata da un'eccessiva preoccupazione della propria immagine corporea)
SOLUZIONE DISMORFOFOBICA
La reazione dismorfofobica è relativamente frequente in quelle pazienti che hanno un'eccessiva paura di una profonda alterazione delle caratteristiche fisiche in menopausa. Dalle narrazioni di molte pazienti che sperimentano tale stato si evince un sovrainvestimento libidico-affettivo nei confronti del proprio corpo. La discrepanza allora tra la staticità temporale del corpo immaginario nei confronti delle modificazioni del corpo reale creano una dissonanza cognitiva che crea ansia e paura. Sintomi dismorfofobici (manifestazione dei quali è l'ossessiva ricerca di trattamenti estetici più o meno invasivi) e paure di un futuro incerto ed incombente sono testimonianza di una disarmonica integrazione dell'immagine corporea e di una utilizzazione del corpo come elemento relazionale privilegiato se non unico (P.Pancheri, G.B. Cassano 2000). È chiaro che in casi come questi la sessualità è l'aspetto che per primo tende a risentirne. Si ha difficoltà ha mostrare il proprio corpo e conseguentemente a ricevere e a donarsi in maniera completa. Ecco allora che al di là di evidenti alterazioni del sistema neuroendocrino molte disfunzioni sessuali nascono proprio da questa difficoltà ad accettare la propria fisicità. L'unica via di fuga, comunque disfunzionale, sarà quella di scappare dal presente per rifugiarsi in un tempo precedente dove tale problema non esisteva.La paura del futuro che ci da un'immagine reale del nostro corpo cambiata rispetto a quella ideale, sarà quella di volere a tutti i costi fermare il tempo nel tentativo di recuperare un passato che 'forse fu felice".
Ecco allora che in situazioni come queste la prescrizione di MIMULUSe HONEYSUCKLEservirà a far vivere appieno il presente alla persona. La paura di osservare e capire la realtà viene riequilibrata grazie all'intervento di Mimulus che attraverso il principio della Risolutezza (M. Lupardini, 2005) darà al paziente la capacità di osservare e capire il proprio corpo e le sue modifiche. Essere risoluti significa accettare ciò che si è per progredire in maniera adeguata a ciò che il futuro ci riserva.
L'unione poi con il fiore corrispondente (M. Lupardini 2005) Honeysuckle farà il resto in quanto quest'ultimo porta con sè il messaggio dell'Evoluzione. Non sarà più necessario cercare invano di fermare il tempo bensì sarà piacevole sentire e comprendere che il tempo fugge e che ogni momento del presente è quello più importante che non deve essere sprecato in una rimembranza che blocca ogni tentativo di sviluppo della storia persona.
Nello stesso tempo in questo disturbo potrà essere utile prescrivere LARCHquale rimedio per riequilibrare dei sentimenti d'inferiorità o di perdita dell’autostima che possono sorgere al mutare della fisicità della donna. Soprattutto in chi sperimenta una reazione dismorfofobica è frequente un suo risvolto negativo nei confronti della sessualità. In molti casi di disfunzione orgasmica evidenziati in questo periodo sono presenti ad esempio dei veri e propri sentimenti d'inferiorità nei confronti del partner perché la donna può pensare che il suo corpo non sia più desiderabile.
In altri casi la mancanza di orgasmo può essere la versione "mascherata" di un'aggressività passiva nei confronti del partner. Il non raggiungere l'orgasmo è, difatti, sì una pena per la persona che lo sperimenta ma può in alcuni casi divenire una forma di svalutazione indiretta dell'altro. HOLLYallora servirà a ripristinare la riflessione interna e la giusta consapevolezza che nessun sentimento negativo nei confronti dell'altro potrà portare armonia dentro di noi. Solo accettando ciò che si è e ciò che si sta vivendo sarà possibile che l'altro si avvicini e finalmente ci dia quella comprensione di cui sentiamo di aver bisogno. Non servirà più punire e punirsi attraverso la negazione del piacere perché colpe non ve ne sono ed allora scevro di quell'aggressività più o meno nascosta la sessualità non potrà che essere diversa a come era in precedenza, ma non per questo di diverso coinvolgimento emotivo ed affettivo.
CONCLUSIONI
La menopausa quale momento di cambiamento ha insito in sé il concetto di passaggio da uno stato di equilibrio comportamentale-esistenziale ad un altro compiuto attraverso quel viaggio interiore personale ed unico caratterizzante ogni donna in maniera individuale. Il percorso potrà essere più o meno difficile ma il suo fine ultimo sarà quello di avviare, nella donna, un processo di ridefinizione psichica e relazionale, della sua prospettiva su di sé e sul mondo e dei suoi modi di essere e d'agire. I fiori in quanto elementi che agiscono ampliando la consapevolezza e la conoscenza di noi stessi trovano, allora, un preciso impiego, utilizzati da soli o ad integrazione di altre forme terapeutiche, nel favorire il suddetto percorso conoscitivo.Atti del IV Convegno di medicina integrata, Ottobre 2007
MAURIZIO LUPARDINI
Roma
Medico-Chirurgo specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta Omeopata
Docente dell'Associazione Medica Italiana di Floriterapia (AMIF) e dell'Associazione Italiana di Omotossicologia (AIOT)