Cherry plum, l'intuizione e Dionisio (Eduardo H.Grecco) - Fiori per l'anima

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Antonella Napoli
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Cherry plum, l'intuizione e Dionisio (Eduardo H.Grecco)

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"Nel marzo 1935 scoprì il primo rimedio della nuova serie: Cherry Plum.Per alcuni giorni prima di identificare questo rimedio, aveva sofferto di infiammazione ai seni frontali, con dolori terribili agli zigomi e un'accecante e persistente emicrania; il dolore era così intenso da portarlo alla disperazione e a temere di poter perdere la ragione.
Egli sapeva che questo significava che era in procinto di scoprire il rimedio per questo stato mentale e un mattino uscì presto a vagabondare per campi e stradine. Giunse nei pressi di un muro di cinta coperto dai fiori bianchi di Cherry Plum, ne raccolse alcuni e li portò a casa.
La pianta è dura e legnosa e inoltre il sole all'inizio della primavera non ha la stessa forza che ha in piena estate, così Bach decise di far bollire i ramoscelli in fiore.
Li lasciò bollire lentamente per un'ora; poi lasciò raffreddare il liquido, lo filtrò e ne prese alcune gocce: quasi immediatamente la sua sofferenza mentale cessò e con essa anche il dolore fisico; la mattina successiva era perfettamente guarito.
Da "Le scoperte del Dr. Edward Bach" (Nora Weeks).

Ci sono diversi possibili modi di pensare il CHERRY PLUM. In questo caso mi voglio riferire a questo rimedio nel suo schema essenziale, piuttosto che nelle sue applicazioni ciniche. Nei dodici guaritori Bach segnala questo fiore in relazione alla paura che la mente vada fuori controllo accanto alla natura compulsiva di questa reazione e aggiunge, nelle conferenze massoniche che "questa paura è quella che si presenta quando una situazione di estrema minaccia è travolgente  e la nostra mente teme non potere sopportare la tensione. Queste paure si liberano, generalmente, quando affrontiamo cose che non faremmo normalmente, o perfino che neanche penseremmo per un momento..."

Se mettessimo nero su bianco i punti sui quali Bach insiste parlando di questa essenza potremmo notare che esiste una sorta di implicazione strutturale tra differenti elementi che sono componenti necessari per creare l’esperienza Cherry Plum.

Tale esperienza emerge come paura davanti ad una situazione estrema ed inusuale che minaccia di sopraffare l'individuo, combinata con la presenza di una intensa sensazione di non potere sopportare la tensione che si è subita, situazione che dà allora luogo al nascere della paura di perdere il controllo (impazzire, commettere atti orrendi, terribili ed involontari), accoppiata alla continuità compulsiva dell'idea di essere spinti a fare quello che si teme.
Tutta questa serie di sintomi profilano una figura clinica che può essere considerata, come un deficit dell'Io nella sua capacità di conduzione dei processi mentali, o come un focolaio dell'ombra sulla coscienza o come una crisi nella quale l'Io teme perdere il controllo poiché la persona cambia verso una conduzione intuitiva della vita. In questa ultima opzione la paura Cherry Plum nasce come il risultato del conflitto tra la ragione e la resistenza ad abbandonarsi, totalmente, nelle mani della propria guida interiore dell'inconscio.

Il senso di questa crisi è aprirci alla possibilità di un apprendimento che consiste nel liberarci dalla prospettiva limitata della personalità per lasciare fluire la conduzione dell'anima sulla nostra vita. Come nel ROCK ROSE e nello SWEET CHESTNUT ci troviamo qui con un'esperienza di fallimento dell'Io ed un'apertura o espansione della coscienza che ci mette in contatto con la dimensione iniziatica  dell'esistenza.

In questa direzione il Cherry Plum detta le azioni del misterioso e irrefrenabile impulso che tutti gli uomini portano dentro loro e che ci spinge a lanciarci verso l’ignoto, il cambiamento senza una base razionale, operando come un estraneo ed inspiegabile desiderio di andare avanti verso gli orizzonti della vita. È per questo che, il nostro Io conservatore, razionale, prudente guidato dal principio di realtà, osserva, con orrore e paura la mancanza di controllo, l'affioramento di questa forza indomabile e giovanile che è fiduciosa nella provvidenza e si dispone a camminare sull'orlo del precipizio senza esitazione e senza guardare le conseguenze dei suoi atti.

Questo approccio a Cherry Plum lega questa essenza con l’archetipo di Dionisio uno dei nomi con i quali si chiama l’archetipo del Matto nei Tarocchi. Se, allora, ripensiamo al Cherry Plum dall'anima e non solo dalla personalità, vediamo che la presenza delle emozioni caratteristiche di questo fiore denunciano l'arrivo della persona ad un bivio nella sua vita da cui partire per fare un salto verso l’ignoto, correre il rischio che significa l’inizio di un nuovo cammino e, come il Dio greco, aprirsi all'opportunità di una seconda nascita.
Presentate così le cose, Cherry Plum ci appare come un rimedio liberatore dalle schiavitù della personalità, un potere che spinge a volare, ma oltre le funzioni cognitive e che indica la presenza di un cambiamento di coscienza profondo ed importante. Pertanto, la mancanza di controllo proprio di questo rimedio può essere ripensato come un meccanismo universale che dà conto sia della gestazione di processi patologici, come il cancro o la pazzia, ma anche delle possibilità guaritrici come il dormire, avere orgasmi o arrischiarsi a lasciare che il nostro Dionisio interno ci porti lungo la strada che dobbiamo seguire, benché il nostro Io resista impantanato nelle certezze della conoscenza, della logica e delle sicurezze che gli fa sapere a dove si sta dirigendo.

Allora, osservando un paziente che transita in un stato Cherry Plum possiamo pensare bene che i demoni dell'ombra si sono impadroniti di lui, che ha perso il suo livello adeguato di adattamento oppure che si trova ad una svolta significativa di crescita; di fronte ad una scommessa che lo sviluppo gli propone, una convocazione, una chiamata che richiede di essere ascoltata. Nei primi due casi sarà considerato una situazione di emergenza, nel secondo un emergere. Tra il viavai di emergenza ed emergere, attraverso cui la nuova coscienza dell'individuo spunta, i terapeuti preferiscono, solitamente, vedere la pazzia e la costrizione prima della chiamata; la tranquillità di una diagnosi conosciuta prima che la presenza di una sfida.

Non varrebbe la pena riscattare Cherry Plum dalla dimensione alla quale lo abbiamo condannato e riprendere la questione che questa essenza ci fa emergere dell’immergersi nel mare di quello che rifiutiamo ed ignoriamo di noi stessi? Ciò che è la mancanza di controllo che grida sfrenato nel Cherry Plum, è la voce della nostra intuizione che sostiene di non avere posto nella nostra vita? Che cosa  di questo segno si rivela sintomatico se non il fatto che non si adatti più a lungo davanti a tanta repressione per il riconoscimento della sua presenza e delle sue necessità?
Se siamo capaci di scoprire dietro le condotte "pazze" il senso di una vocazione verso la trascendenza staremo aiutando il paziente a smettere di vedere i suoi comportamenti "incontrollati" come svantaggi, per cominciare a trattarli come talenti nascosti che sperano di essere apprezzati. Dopo tutto, tutti noi abbiamo un poco di poesia e pazzia.

Articolo tratto da
http://www.susanaveilati.com/
Liberamente tradotto da Antonella Napoli


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Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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