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Antonella Napoli
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L’importanza del corpo e le emozioni non espresse. (Eduardo H. Grecco)

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Il corpo umano non è soltanto biologia, ma anche psicologia, emozioni, simboli e spiritualità. Queste riflessioni, che sono state riprese in tempi moderni, non sono nuove; è tornato infatti l’interesse per un lavoro sul corpo che includa molto più del mero aspetto biologico. Ci riferiamo a qualcosa di vivo, con un suo linguaggio, una sua simbologia e una sua storia, benché ancora oggi solo una minoranza aderisca a questa visione. Tuttavia, esiste già un buon numero di professionisti che lavorano sul corpo con un approccio esperienziale, ma sono ancora pochi quelli capaci di “leggerlo”.
Il corpo possiede una vera e propria “geografia emozionale” e, dalla sua forma fino a ogni dettaglio, tutto viene segnato dalle emozioni. Dalla filogenesi all’ontogenesi, le emozioni lasciano il loro segno.
 
Ma cos’è un’emozione? Ancora oggi si parte dal vecchio concetto dei greci, paragonandolo all’alimentazione.Attraverso il cibo che ingeriamo, si attiva un processo di trasformazione: durante la digestione, il corpo assorbe i nutrienti. Ci saranno tuttavia alimenti che non vengono assimilati o che non possiamo utilizzare, e alcuni addirittura intossicano e danneggiano l’organismo. Questi alimenti non eliminati rimangono nel corpo. Allo stesso modo, come una mela nutre il corpo, anche certe situazioni possono nutrirci e, passando attraverso un processo di trasformazione, diventare “esperienze”. Ma, allo stesso modo, ci sono eventi che non vengono vissuti appieno, dai quali non impariamo nulla e che, pertanto, non si trasformano in esperienze. Questi eventi non elaborati continuano a ripetersi nella vita dell’individuo come “debiti” da saldare, esperienze che avrebbero dovuto essere vissute e apprese.

L’esperienza ci dà conoscenza, e anche la sessualità è un’esperienza. Tuttavia, gli eventi non trasformati non ci nutrono; ciò che non è stato vissuto rimane come emozione. Per questo le emozioni rivendicano il diritto di essere vissute; se il corpo presenta un sintomo, significa che un’emozione non è stata vissuta.
Capendo di quale sintomo si tratta e in quale parte del corpo si manifesta, possiamo comprendere quale emozione non ha avuto spazio. C’è dunque una connessione diretta tra emozioni e parti del corpo. Studiando la “geografia corporea”, possiamo individuare quali emozioni sono rimaste inespresse.

Il nostro sistema corporeo – la sua forma e il suo modo di funzionare – si struttura su ciò che impariamo nelle relazioni di vita. La respirazione insegna il dare e il ricevere. Anche le costellazioni familiari si riflettono nei vari organi, ghiandole e visceri: sapendo dove si trova il problema, si può capire con chi abbiamo un conflitto. Per esempio, se il fegato è coinvolto, potrebbe riferirsi allo zio “X”. Risolvendo il conflitto con quella persona, il paziente migliora, o viceversa: lavorando sul fegato, migliora anche il rapporto con quella persona. Tuttavia, questo tipo di relazioni tra corpo e famiglia è molto personale e varia da individuo a individuo.
 
Tutto ciò che è accaduto a una persona nella sua vita si imprime nel corpo: il corpo è memoria, oltre che storia e sintomi, e ha un proprio modo di ricordare gli eventi conflittuali o traumatici.
Il corpo non dimentica, anche se la mente può farlo; questo si vede nelle posture, nella forma, nelle simmetrie, ecc. Il corpo racconta la storia, e anche la malattia è una “narrazione” che, accostata al racconto del paziente, fornisce una visione olistica. La malattia equivale a errori grammaticali o semantici nella storia, è la parte ignorata dal paziente ma che il corpo invece ha registrato.

All’inizio, tutte le emozioni si manifestano come esperienze corporee: in principio si “sentono” le emozioni, ma, con l’educazione, si insegna ai bambini a reprimerle o a esprimerle solo in parte, formando individui “mediocri” sul piano emotivo. Si crea così una disconnessione dal corpo, ignorandone sempre di più i segnali. Eppure il corpo è l’asse, il punto dove converge ciò che siamo. La “voce dell’ombra” parla attraverso il corpo. Le emozioni non espresse vanno sentite; bisogna insegnare a entrare in contatto con questo sentire, che è un’esperienza corporea, altrimenti ci si smarrisce nella vita. Le emozioni sono la bussola della vita, rappresentano un organo di percezione, e per questo è fondamentale saperle ascoltare.
Un neonato è egoista e “carnale”, ma col tempo gli si insegna ad amare gli altri e non se stesso, a seguire modelli esterni e a censurare l’amor proprio, trasformandosi in un individuo che non è più fedele a se stesso e che cercherà una relazione per colmare i propri vuoti, qualcuno che lo sostenga. Si finisce per aderire a modelli esterni e a un forte controllo, perdendo così il contatto con il proprio sé.

Tutte le emozioni fanno parte della vita e, quanto più viviamo pienamente le nostre emozioni, tanto più saremo sani. Ogni cosa che viviamo resta impressa nel corpo, e il contatto corporeo è un meccanismo che riporta alla memoria le emozioni e fa rivivere le esperienze. Ecco perché il corpo è memoria, geografia e storia, ma anche linguaggio, perché parla ed esprime, è un simbolo – ben più complesso di un semplice segno (dato che un simbolo racchiude molti più aspetti). Per questo un singolo sintomo non può darci il quadro completo: bisogna sempre considerare la totalità.
 
Il corpo è un perno della nostra esistenza e non esiste in isolamento, ma convive con gli altri e tra gli altri. In questa convivenza, ogni corpo cambia a seconda di chi ha di fronte in quel momento. La semplice presenza corporea può essere fonte di guarigione o di malattia.

Sul piano fisico e biologico, i problemi del corpo possono avere un’interpretazione di tipo meccanicistico, oppure psicologica o psicosomatica. Tuttavia, c’è anche una lettura che fa riferimento all’anima, perché il corpo è il luogo in cui si “drammatizza” simbolicamente il lavoro dell’anima, e ciò ci introduce a una terza via interpretativa che si integra alle precedenti. Corpo, psiche e anima funzionano in analogia: tutto ciò che riguarda il corpo ha un significato, un perché emotivo, e nulla è casuale. Ogni cosa è mossa da un’intenzione dell’anima, che parla attraverso le emozioni, le quali a loro volta si esprimono attraverso il corpo.

Il corpo è una totalità, una struttura e un campo; qualunque cambiamento in una parte influisce su tutto il resto. È inoltre fondamentale osservare le parti in relazione tra loro e non considerate singolarmente. Organi, ghiandole e visceri sono collegati alle costellazioni familiari: per esempio, il sistema circolatorio mantiene un ordine – il sangue circola secondo un certo schema – e lo stesso si può osservare nelle famiglie, dove spesso troviamo un cuore come fulcro. Ci si può chiedere: chi, nella famiglia, ricopre il ruolo del cuore, ovvero del centro di tutto?

 

Scritto tratto da https://www.lagofloral.com/la-importancia-del-cuerpo-blog-fonologia/ e  https://www.lagofloral.com/las-emociones-no-expresadas-blog-fonologia/
Liberamente tradotto da Antonella Napoli - Le parti in neretto, i titoli e la formattazione e le immagini non sono dell'autore, ma le ho inserite per una più veloce e scorrevole lettura


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La floriterapia non è una terapia medica, non costituisce diagnosi e cura medica e non la sostituisce in alcun modo. Le essenze floreali non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull'organismo, ma agiscono solo sugli stati d'animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive. Tutti gli esperimenti di autocura, interruzione o di riduzione arbitraria del dosaggio di farmaci prescritti, condotti al di fuori del controllo medico, ricadono esclusivamente sotto la responsabilità di chi li effettua.
Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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