L'etica nella Terapia Floreale (Eduardo Grecco) - Fiori per l'anima

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Antonella Napoli
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L'etica nella Terapia Floreale (Eduardo Grecco)

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(…) Possiamo fare una differenza di partenza tra una pratica floreale orientata a costruire l'individuo ed un'altra pratica floreale orientata ad alleviare le tensioni dell'Io. Credo che possiamo sostenere, se leggiamo Bach, che l'obiettivo della Terapia Floreale come la intendeva lui, non ha come funzione essenziale la cura bensì, la conoscenza che corrisponde alla libertà: "Solo la verità vi farà liberi". Questo è aiutare: che ognuno di noi si reputi assoggettato alla legge dell'evoluzione e si liberi dall'interferenza e dalla tirannia della malattia. Se in questo processo la persona allevia i suoi sintomi è un beneficio secondario del processo, ma non la finalità primaria che è quella di conoscere quello che si ignora quello di sradicare l'ignoranza.
Questa è la direzione dell'Anima.

Ma la Personalità , l'Io, anela al benessere, al non avere tensioni, ad avere livelli crescenti di piacere. E questo, a volte, va contro il processo di apprendimento. L'Anima vuole crescere, l'Io mantenere lo status quo. Questo implica, secondo dove ci posizioniamo come terapeuti, un'etica differente nella nostra pratica che possiamo chiamare etica dell'Anima ed etica dell'Io, l'etica del desiderio e l'etica delle realizzazioni. Vogliamo che i nostri pazienti crescano, evolvano, anelino alla pienezza e che siano liberi o si sentano meglio, abbiano successo, guadagnino denaro ed abbiano migliori orgasmi?

C'è poi anche un'altra differenza importante di cui parla Bach. Il terapeuta ed i rimedi sono strumenti del Piano Divino. Non guariscono niente in quanto loro stessi, ma sono gli "strumenti dell'Anima" per quel fine. E l'Anima dei pazienti ci sceglie. Non ci sono incontri casuali, per realizzare un compito o imparare una lezione. E questo segna la necessità di una profonda umiltà da parte dei terapeuti che canalizzino il piano dell'evoluzione in una circostanza concreta, per una persona concreta: il nostro paziente. Ma questo implica che se i pazienti cercano quell'aiuto di "un fratello maggiore" è perché è nella cornice di questo processo relazionale il luogo dove deve succedere quell'alchimia trasformatrice. L'evoluzione è sempre co-evoluzione.

Così come il corpo è il perno della nostra esistenza, la coesistenza è il perno della nostra evoluzione. Ed il particolare vincolo che si stabilisce nella pratica floreale tra paziente e terapeuta è destinato a quello: contribuire all'evoluzione. Per quel motivo è da anni che insisto che i fiori curano, ma è la relazione quella che sana. Una relazione tra anima ed anima che, affinché avvenga, prima di tutto bisogna dissolvere gli attaccamenti della personalità, affinché possiamo aprirci a quell'incontro. Come conseguenza, allora, la direzione del trattamento floreale è guidato da un principio etico che è la sottomissione dell'anima alla legge dell'appartenenza, alla legge dell'evoluzione, alla legge della liberazione, alla legge dell'amore. Tutto quello che contraddice questo principio manca all'etica floreale. Questo può suonare molto astratto ma non lo è in modo alcuno e voi lo vedrete successivamente quando parleremo delle regole etiche della Terapia Floreale e allora la cosa si concretizzerà un po' di più.

È importante tenere presente che prima di stabilire norme o definire trasgressioni, dobbiamo pensare che la giustizia non risiede nell'esistenza di un codice penale ma di un codice di ordine delle cose, che non necessariamente è nel giusto. La giustizia si basa sull'amore, la compassione, la generosità, nel non rimanere con nessuna cosa che non mi appartiene poiché questa è avidità, e la peggiore delle avidità è la morale, diceva Bach, in modo che far proprio un altro, interferire con l'altro, togliergli la sua libertà, diventa anche questo mancanza di giustizia. Un codice etico può essere anche una lettera vuota se non esiste la parola piena (giustizia) che la sostenga. Quella parola piena risiede, per Bach, nel desiderio di servizio. "Il terapeuta del domani comprenderà che egli stesso, non ha potere per curare, ma che se dedica la sua vita a servire i suoi fratelli, a studiare la natura umana, e in questo modo a comprendere, in parte, il suo significato, a desiderare di alleviare in ogni cuore la sofferenza ed a rinunciare a tutto per aiutare i malati, allora potrà canalizzare mediante se stesso la conoscenza che li guidi e la forza curativa che allevi i loro dolori. Il suo potere e la sua capacità di curare saranno proporzionali all'intensità della sua volontà di servire."

Se puntualizziamo queste questioni: contribuire al piano dell'evoluzione dell'anima del paziente e l'atteggiamento di servizio, credo che siamo nelle condizioni di fare un po' di commenti vicini al tema delle regole della pratica floreale. Per essere terapeuta, non solo Terapeuta Floreale, non si deve essere santi anzi direi che essere un po' eretici sarebbe una buona condizione. Quello che si necessita è chiarezza di intenzione e generosità di proposito. Chiarezza di intenzione intorno a "perché" vogliamo essere terapeuti e generosità di proposito nell' "aiuto e nel servizio che prestiamo ai nostri simili"
Essere terapeuta è una chiamata ed una sfida.

Una proposta che la vita ci fa, in parte per pagare un karma ed in parte perché la vita si fida delle nostre anime e vuole concedergli la possibilità di mettere nelle nostre mani altre anime. Ma cerchiamo di essere terapeuti per guarire ferite nella nostra stima, per orgoglio, per avidità o per una sincera intenzione di servizio? Accettiamo che non scegliamo di essere terapeuti come scegliamo di andare al cinema? La vita ci ha scelto per qualcosa. Siamo disposti a rispondere a questa chiamata? Siamo disposti a rispondere con generosità e compromesso? Ci siamo fatti queste domande? Se ci immergiamo un po' nei testi di Bach possiamo trovare alcuni questioni che ci servono come punti di partenza per costruire un'etica floreale che serva da base ad un normativa orientata alla pratica floreale.

Questi punti di partenza possiamo esprimerli in termini di otto regole fondamentali della pratica floreale e che si riferiscono a valori fondamentali.

1. La regola della non interferenza
Non fare niente che può interferire con la vita e la libertà del paziente. Non pretendere che vada dove noi vogliamo, né che cerchi gli obiettivi che noi aneliamo. Non fomentare dipendenza alcuna del paziente, al contrario, lavora per la dissoluzione dei suoi attaccamenti. Aiutalo a consolidare la sua individualità e che si faccia carico del "timone" della sua vita. Aiutalo ad alzarsi, ma non realizzare il suo compito Valore: libertà
Bisogna ricordare che in Bach la perfezione dell'anima è un strumento per raggiungere la libertà. L'Anima deve liberarsi delle illusioni e dei vincoli della personalità. La pienezza consiste nell'essere liberi ed essere liberi è compiere i dettati dell'Anima. Ma è anche importante quando Bach afferma, parlando della strada per essere terapeuta "(...) solo dopo, esserci liberati potremo usare questa libertà per liberare altri."

2. La regola della responsabilità della cura
La cura è un compito che il paziente deve fare per se stesso. Il paziente deve imparare che la cura dipende dal proprio sforzo e che proviene dal suo interno Non si deve fare niente che sollevi il paziente dall' impegno e dalla responsabilità personale della sua cura, né stimolare alcun tipo di guarigione che non provenga dal proprio interno. Valore: responsabilità
Bisogna ricordare che questa responsabilità di ognuno è davanti a Dio e alla nostra anima ed è proprio davanti a Dio ed alla nostra anima che dobbiamo rendere conto dei nostri atti, pensieri ed esperienze.

3. La regola del desiderio del servire
Il terapeuta deve dedicarsi e servire i suoi pazienti con il meglio di se stesso e la sua capacità di cura sta in proporzione all'intensità del suo desiderio e della sua volontà di servire. Il desiderio di essere terapeuta e non l'interesse materiale è quello che deve guidare la sua pratica. I terapeuti floreali sono "lavoratori" della salute e come tali, devono percepire onorari giusti. Valore: servizio, compassione, generosità

4. La regola della conoscenza
"Il dovere dell'arte di curare è quello di assistere e offrire la conoscenza necessaria per vincere le nostre malattie, e fornire i rimedi che fortifichino le nostre menti ed il nostro corpo fisico, dandoci così maggiori possibilità di vittoria." "(...) aiutare il paziente a conoscere se stesso e segnalare gli errori fondamentali che sta commettendo" Valore: saggezza

5. La regola della serenità
Bisogna rispettare i tempi dei processi del paziente. Essere sereno nella pratica Darsi tempo per ascoltare e comprendere. Darsi tempo per meditare e ragionare sul paziente, la sua vita, la sua storia e le sue sofferenze. Valore: pace, pazienza

6. La regola del segreto
Bisogna rispettare la privacy ed il segreto delle informazioni alle quali si accede nella cornice del compito professionale. Il silenzio sui pazienti, la loro vita, la loro storia, etc. fa parte dell'etica professionale. Valore: Prudenza

7. La regola dell'amore
Non giudicare ed impara ad accettare il paziente così come è, ad amarlo come persona e riconoscere in lui, la scintilla divina che alberga. Vedilo come un specchio ed un maestro nelle nostre vite. Valore: amore

8. La regola della polarità
"La malattia e l'errore non saranno vinti mediante la lotta diretta bensì sostituendoli con il bene" Non bisogna resistere al male, alla malattia o al sintomo, bensì aiutare il paziente a sviluppare la virtù opposta.
Una parola finale: la direzione della cura in tutto il processo floreale non è una direzione che può imporre l'Io del terapeuta, ma che determina l'Anima del paziente. Il terapeuta è testimone di questo processo ed aiuta a mostrare ed evitare gli ostacoli e consiglia i percorsi adeguati per guarire e come sviluppare le virtù opposte. In questo modo la pratica floreale è una buona strada per quelli che devono imparare l'umiltà e la vocazione di servizio e, forse, per questo motivo siamo stati eletti a questo compito, anche se invece ci piacerebbe credere, che facciamo i terapeuti per le nostre doti, talenti o meriti personali.


liberamente tradotto da Antonella Napoli tratto dal sito www.laredfloreal.com

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La floriterapia non è una terapia medica, non costituisce diagnosi e cura medica e non la sostituisce in alcun modo. Le essenze floreali non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull'organismo, ma agiscono solo sugli stati d'animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive. Tutti gli esperimenti di autocura, interruzione o di riduzione arbitraria del dosaggio di farmaci prescritti, condotti al di fuori del controllo medico, ricadono esclusivamente sotto la responsabilità di chi li effettua.
Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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