Le essenze floreali come parole (Eduardo H. Grecco)
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Le essenze floreali sono preparati liquidi che portano scritto nella loro struttura, un messaggio proprio di ogni fiore. In questo modo la loro azione consiste in parte nel trasmettere questo messaggio alla coscienza della persona allargando il suo orizzonte affettivo e diminuendo l'ignoranza della sua ombra. In questo modo, le essenze aumentano il livello di autocoscienza del soggetto, rivelando informazioni dimenticate o represse e facendo emergere potenzialità addormentate. Il processo attraverso il quale ciò accade è abbastanza difficile da descrivere, ma è molto adatto ai postulati della teoria dei campi morfogenetici.
Dal punto di vista dinamico, per spiegare questo processo bisogna partire dal pensare ogni prescrizione floreale come un'interpretazione in atto. Un’approssimazione di ciò che questo significa è che il terapeuta, nel “leggere” simbolicamente il senso dei sintomi di un paziente e restituendogli questa "interpretazione", in termini di formula floreale, spera che ingerendo le essenze queste provochino nella coscienza del paziente lo sviluppo di ciò che lo ha portato a questa formulazione. È come se la formula floreale sostituisse la parola del terapeuta e agisse nella coscienza del paziente arricchendola e, allo stesso tempo, dandogli la possibilità di accedere ad un'informazione che era presente per assenza nel sintomo.
Questa trasformazione consiste nel rendere sensibile alla coscienza ciò che appare come il resto di un'esperienza (emozioni soffocate, credenze incoscienti) e rendere accettabile per la personalità ciò che fino a quel momento si rifiutava di ammettere.
Il paziente, di solito, considera il rapporto tra la sua malattia e la causa come qualcosa esterno a lui, e l'essenza floreale lo colloca nello scenario di una relazione, tra entrambi i termini, come qualcosa di interiore. Una relazione tra significante (sintomo) e significato (causa reale). In questo modo il terapeuta fornisce, attraverso le essenze floreali, un linguaggio con cui il paziente può esprimere esperienze che portano le informazioni attraverso un'altra via, ed è questo passaggio - da ciò che è ignorato alla coscienza e dalla coscienza alla parola - ciò che provoca lo sblocco dei processi corporei o psicologici per i quali la persona soffre e nei quali si trova intrappolata.
Il fatto che questa azione si svolga nell'ambito di un certo "rituale prescrittivo", ha un valore decisivo, poiché questo gesto – che fa parte di una relazione curativa – è un'esperienza che accompagna necessariamente il progresso reale della cura. Le essenze curano, ma ciò che guarisce è la relazione compresa come un incontro nel quale il paziente scopre se stesso attraverso l'"altro-terapeuta" e in cui i rimedi floreali sono il "supporto materiale" del processo, come lo è la parola nella psicoanalisi.
Scritti tratti da https://www.facebook.com/eduardohoracio.grecco 11/11/2021
Liberamente tradotto da Antonella Napoli - Le parti in neretto, i titoli e la formattazione e le immagini non sono dell'autore, ma le ho inserite per una più veloce e scorrevole lettura
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La floriterapia non è una terapia medica, non costituisce diagnosi e cura medica e non la sostituisce in alcun modo. Le essenze floreali non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull'organismo, ma agiscono solo sugli stati d'animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive. Tutti gli esperimenti di autocura, interruzione o di riduzione arbitraria del dosaggio di farmaci prescritti, condotti al di fuori del controllo medico, ricadono esclusivamente sotto la responsabilità di chi li effettua.